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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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86. AL P. D. GIOVANNI MAZZINI.

Il Santo e angustiato e chiede il parere di lui e de' altri Padri Consultori.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

NAPOLI, 22 LUGLIO [1747].

 

Se la cosa andava come volea io, andava troppo liscia: ma ora andrà con molti imbarazzi e fatiche, ma non è disperata.

 


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Stamattina, ho avuta la riposta. L'amico [il marchese Brancone] ha parlato con tutta l'efficacia. Il Re ha preso gran concetto dell'Opera, ma si spaventa d'Istituti nuovi. Onde vuole farlo passare per lo Cappellano Maggiore e C. R. [Consulta regia], per vedere che ne sentono.

Il Re però ha tanto concetto dell'Opera ch'esso stesso ha pensato che si poteva scrivere al Papa, che dismettesse qualche conventino di tanti che ne sono, e mettervi la Congregazione nostra; ed oggi va il Dispaccio al Cappellano Maggiore insieme colle Regole per far la relazione.

Ho parlato ancora stamattina col Cappellano Maggiore, il quale mi ha replicato più volte che ci unissimo con Mannarini, e che insieme con lui andassimo a trovarlo. Io l'ho assolutamente escluso, ché ciò non può essere, perché differente Istituto, scuole, dentro le città1 ecc. Così ho detto e dirò sempre.

Ma poi mi son posto in mille agitazioni con un pensiero, che dice: Strappiamone ora quest'approvazione del Re, da cui dipende quella di Roma, che viene a dire che importa tutto; e poi Deus et dies. Essi si terranno le cose loro e noi le nostre. Perché, da quel che comprendo per certo, il Cappellano Maggiore vuol bene a Mannarini, e non vorrebbe vedere approvata la Congregazione nostra, e quella no ch'è protetta da lui. Onde, se vedesse approvata l'una e l'altra insieme, sarebbe tutto a favore; e se no, ci sarà contrario; e l'affare sarà sconcluso, perché il Re vuol dipendere dalla sua Consulta.

Da una parte, considero che, ottenendo quest'approvazione, [si farebbe] tutto lo stabilimento [della] Congregazione: ma da [qui mancano varie parole] quale Congregazione si avrebbe da approvare, la nostra o la loro? Le Regole nostre, o le loro? Questo è l'imbroglio che si avrebbe da aggiustare, il che mi pare difficilissimo, perché noi non vogliamo mutare l'Istituto nostro, né essi il loro.

Unitevi, discorretela e pensate; e poi D. Cesare abbia pazienza: verso lunedì o martedì mi venga a trovare in Napoli, e mi


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riferirà quello che si ha potuto pensare. Mandate uno apposta a Ciorani con questa istessa mia, domani; e che subito vi dicano anche essi il loro parere. Il caso è molto dubbio. Io non scrivo a Ciorani, per non replicar lettere. Ogni sera alle case nostre si dica l'orazione per il Re, e sempre che si può nella messa. Per la causa,1 la settimana entrante si andrà informando.

 

Conforme all'edizione napolitana dell'anno 1848.

 




1 La Congregazione del SSmo Sacramento teneva scuole pubbliche e poteva avere collegi nel centro delle città.

1 Si tratta della lite di D. Francesco Contaldi colla casa di Pagani.




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