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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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97. AL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XIV.

Il Santo gli domanda l'Apostolica approvazione per la sua Congregazione.

 

[30 MARZO 1748].

 

Beatissimo Padre,

 

IL sacerdote Alfonso de' Liguori napoletano, insieme cogli altri sacerdoti missionari suoi compagni, congregati sotto il titolo del SSmo Salvatore, umilmente supplicando espongono alla Vostra Santità come, essendosi per più anni esercitato nelle sante missioni come fratello della Congregazione delle Apostoliche Missioni, eretta nella cattedrale di Napoli,

ed avendo osservato il grande abbandono, in cui si ritrova la povera gente, specialmente delle campagne, ne' vasti paesi del Regno, fin dall'anno 1732 si unì con detti sacerdoti suoi compagni, sotto la direzione del fu Monsignore Falcoia, vescovo di Castello a Mare, affine d'impiegarsi nell'aiutare colle missioni, istruzioni ed altri esercizî le anime de' poveri della campagna, che sono i più destituti di soccorsi spirituali, mancando spesso chi loro ministri i santi sacramenti e la Divina parola; tanto che molti di loro, per mancanza d'operai, giungono alla morte senza sapere neppure i misteri necessari della Fede, poiché pochi sono quei sacerdoti che attendono di proposito alla coltura de' poveri contadini, per ragione delle spese ed anche degli incomodi che bisogna sofferire per questo impiego.

E perciò essi supplicanti sin d'allora colle missioni sono andati aiutando


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questa povera gente, girando per le campagne e per li luoghi più abbandonati di sei provincie del Regno, con tanto profitto universale, ch'essendone giunta la notizia alla Maestà del Re, specialmente le fatiche fatte a beneficio del gran numero de' pastori della Puglia, S. Maestà con più dispacci ha procurato di fare un annuo assegnamento per lo mantenimento di detta santa Opera, commendandola come utilissima per lo bene universale del suo Regno.

Benanche l'Emo Arcivescovo di Napoli, che con tanto zelo governa la sua Chiesa, si è degnato di chiamare essi supplicanti a servirlo, come hanno fatto nelle missioni de' casali della sua diocesi.

A questo intento essi supplicanti, coll'approvazione canonica degli Ordinari e col beneplacito ancora del Re, si sono congregati a vivere in alcune case o siano ritiri, posti fuori dell'abitato in diversi luoghi del Regno, cioè nella diocesi di Salerno, di Bovino, di Nocera ed ultimamente nella diocesi di Conza, in cui, coll'assenso Apostolico della S. C. de' Vescovi e Regolari, è stata ad essi supplicanti ceduta la chiesa di S. Maria Mater Domini colla casa ivi adiacente, insieme con alcune rendite di un beneficio dal clero della terra di Caposele ed altre rendite, assegnate da diversi benefattori, specialmente dall'Arcivescovo di detta diocesi.

In queste case, oltre le missioni, colle quali essi supplicanti continuamente sono usciti, si è dato ancora il comodo a' contadini di venire da' loro paesi, dove hanno avuto le missioni, a rinnovare le confessioni, e ristabilirsi colle sante prediche. Di più, nelle medesime case si sono dati, più volte l'anno, gli esercizî spirituali chiusi, così agli ordinandi, come a' parrochi e sacerdoti mandati da' loro Vescovi, ed a' secolari ancora: cosa ch'è riuscita di sommo lor profitto, così proprio come degli altri; mentre con tali esercizî i sacerdoti di poi usciti e riformati, sono divenuti degni ministri del Santuario, a beneficio de' loro paesani.

E tutto ciò si continua a praticare, aumentandosi sempre più il concorso e profitto della gente.


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Il Signore poi colla sua mano ha molta benedetto quest'Opera, non solo colla conversione di tante anime abbandonate, e col profitto de' paesi, dove han faticato essi supplicanti, ma di più coll'aumento de' soggetti, che sinora si sono aggregati a questa lor Compagnia, sicché ora giungono al numero di quaranta in circa.

Beatissimo Padre, questo è lo stato in cui sta l'Opera mentovata. Ma se la Vostra Santità non si degnerà di concedere la sua Apostolica approvazione, l'Opera non potrà avere il suo felice proseguimento. Posti dunque a' piedi della Vostra Santità, esso supplicante e suoi compagni La supplicano, per l'amore che Vostra Santità conserva della gloria di Gesù Cristo e della salute spirituale di tanti poveri contadini, che sono i figli più derelitti della Chiesa di Dio, a concedere il suo Apostolico assenso, che la suddetta lor Compagnia si erigga e stabilisca in Congregazione di preti secolari, sotto il titolo del Santissimo Salvatore, soggetta sempre alla giurisdizione degli Ordinari de' luoghi, ad instar delle Congregazioni de' Padri della Missione e de' Padri Pii Operai; col distintivo di dover sempre abitare i Congregati fuori dell'abitato, e nel mezzo delle diocesi più bisognose, affine di meglio impiegarsi in beneficio de' contadini, e d'esser così più pronti a porger loro aiuto;

degnandosi insieme la S. V. di approvare le Regole che a suo tempo s'umilieranno a' suoi piedi, sperando da V. S. che ha tanto zelo per la salute delle anime, specialmente di questa povera gente della campagna, (come ha dimostrato colle sue Lettere Circolari inviate a' Vescovi del Regno di Napoli, procurando al possibile d'aiutarla colle sante missioni) che voglia stabilire, colla sua autorità suprema, un'Opera non solo sì utile, ma ancora sì necessaria per l'aiuto di tante povere anime che, ne' luoghi rurali di questo Regno così vasto, vivono abbandonate di soccorsi spirituali. E l'avranno a grazia, ut Deus.

 

Conforme all'originale, che si conserva nell'archivio della S. C. de' Vescovi e Regolari.




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