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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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110. AL MEDESIMO.

vari ordini intorno alla vendita di alcuni suoi libri, all'accettazione de' novizi ed alla fabbrica della casa di Caposele.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

[FINE DI GENNAIO 1750.]

 

Io pensavo che già forse da due mesi si fossero dati i libri1 a quelli di Conza, ed ora sento che non se n'è dato neppure uno; onde certamente bisogna che ora mandiate apposta con mandare i libri cercati, e scrivere agli arcipreti che, se vogliono il libro a messe, ora vi è la comodità, perché appresso io non avrò più le messe. Abbiate pazienza: fatemi questa carità con attenzione.

In quanto poi alli giovani, per prima parlate lor chiaro, che qui li Consultori li vogliono essi esaminare, standosi ora con più rigore, se sanno spiegare bene; e se non sono approvati, se ne hanno da tornare. Posto ciò, per il figliuolo che non ha l'età, all'ultimo mi contento per li lo ducati (mancano alcune parole) che sarebbe meglio renderla costì. E l'altro figlio del notaro, anche se ne può venire; purché però abbiano il patrimonio e sia costituito nella curia, acciò non ci succeda quel che ci è succeduto con de Angelis,2 a cui non vogliono passare ora il patrimonio, e il medesimo non può far l'oblazione.

Circa la missione all'Auletta,3 per servire Monsignore, io manderò li Padri (così potete dirgli) nella prima settimana di quaresima, partendo da qui il mercoledì come si pensa, da Salerno colli vaticali [vetturali] di quelle parti, come Selvitella o Buccino o Auletta. E bastano sei. Poiché bisogna che mandi quelli di coteste parti, onde vi anderanno anche i Padri de Robertis, Scibelli e Giovenale.


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Oh che imbroglio! Monsignor di S. Angelo vuole il Padre Cafaro a far ivi gli esercizî; Monsignor di Nocera vuole due missioni dentro quaresima. Madonna aiutaci! Esercizî a Ciorani, esercizî ad Iliceto. Li Padri sono sfiniti di forza.

Per lo nipote dell'arciprete di Muro, quando non avesse modo di farlo avvisare, pazienza! Povero giovane! lo compatisco. Scrisse qui con tanto desiderio! Mi dicono che è un angelo, e di ottimo talento; ma li parenti lo contrastano. Basta: vedete, se v'è modo di aiutarlo.

Aspettiamo il Sig. D. Benedetto,1 e si prega per lui.

Procuri poi V. R. di far in modo che la fabbrica designata sia compita per questa està, acciò si possa abitare a settembre; e perciò vi prego di attendere sommamente, in questo tempo, ad apparecchiare i legnami e tutto quello che ci vuole. La calce già vi è. Attenzione ci vuole. Mi pare mille anni di vedere costì formata la casa, e cominciarvisi gli esercizî. Quando io verrò costì dopo Melfi, fatemi trovare gradite le cose fatte.

Mi resta qualche scrupolo per le messe attrassate [arretrate]. Vi prego a far la diligenza coi preti di Caposele, di Calitri o di Teora, che so io? che mi celebrassero cento messe, almeno settantadue, secondo la mia intenzione, per tutto febbraro; perché io le farei celebrare appresso secondo la loro intenzione, per qualche loro obbligo per cui hanno tempo di celebrare. Vedete di farmi questo piacere, per levarmi lo scrupolo; ed avvisatemi subito.

Se però ora ricevete l'obbligo dei sacerdoti, di celebrare per otto o nove libri per tutto febbraio, potete allora far di meno di detta diligenza.

Vostra Riverenza però cerchi poi la licenza all'Arcivescovo per la missione di Melfi; perché la voglio con me a Melfi alla missione, che comincierà la seconda domenica dopo Pasqua.

E non vi scordate del povero Amendolara.2 Vi abbraccio e benedico. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!


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Mandate subito i libri e poi avvisatemi presto. Per tutti i libri infrascritti, ho fatta già l'intenzione. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

Affmo Padre Rettore Maggiore

ALFONSO del SS. Redentore.

 

Conforme all'originale che si conserva dal Rmo Canonico Francesco Saverio Martini, Vicario generale di Alatri.




1 Questi libri erano, fra gli altri, la Teologia morale del Santo, che i preti potevano procurarsi applicando delle messe all'intenzione di lui.



2 D. Nicodemo de Angelis, della diocesi di Benevento.



3 Auletta, terra della diocesi di Conza.

1 D. Benedetto Grazioli, grande amico e benefattore della Congregazione.



2 Si parla dello studente D. Pasquale Amendolara, per cui dovevano ottenersi dall'Arcivescovo le lettere dimissoriali.




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