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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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120. AL P. D. FRANCESCO MARGOTTA, RETTORE DELLA CASA DI CAPOSELE.

Si lagna della condotta di un Fratello laico, e di una certa indipendenza di esso P. Margotta.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

NOCERA, 7 MARZO [1751].

 

Circa Fratello N., sento che co' suoi mali termini non solo disgusta la Comunità, ma anche i forestieri; specialmente col parlare poco rispettoso ai Padri, asprezze e spilorcerie: e questo vi raccomando, per carità non fate patire i Padri e Fratelli in quel poco che la Comunità.

Che serve a fabbricare da fuori e sfabbricare da dentro? Se alcuno perderà la vocazione per colpa nostra, noi ne daremo conto a Dio. Sarà necessario che lo levi da costì e lo mandi a Ciorani a servire il cuoco. Fategli una buona rimenata e ditegli ancora che, quando esso si fa incorreggibile, io, con tutto il bene che gli porto, sarò costretto finalmente a cacciarlo dalla Congregazione, se non vuole stare in luogo di Fratello.

Io, dal caso succeduto col P. N., ho risoluto di non far più condiscendenze. Chi non vuole stare alla Congregazione come si deve, la porta è aperta. Io non voglio andare all'inferno per niuno. Vi prego di dirgli ciò a parola, a parola.

Circa poi V. R., mi scrivete che io non vi ordini cosa alcuna, perché vi metterei in angustie ed in azzardo. D. Francesco mio,


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io non vi ordino cosa alcuna, ma questo parlare non piace.

Vedi, D. Francesco mio, che di questa maniera non ti farai certamente santo; e col vivere di questo modo in Congregazione, che il Superiore non vi possa ordinare cosa alcuna per non mettervi in angustia ed azzardo (la qual parola pesa e non è stata del vostro spirito ed ha posto me in molta angustia), succederà che sempre più cresceranno le vostre angustie;1 perché, ripigliandosi V. R. quella volontà che avete donata a Dio, il Signore vi abbandonerà in mano delle vostre angustie, e non so neppure come andrà la vostra salute eterna.

Onde vi prego a considerare ciò avanti il Crocifisso, e poi a rispondermi su questo punto e a levarmi d'angustia. Sento poi che forse avete cambiato D. Paolo [Cafaro] per direttore. Questo pure mi dispiacerebbe, mentre penso che l'avete cambiato senza ragione, ma solo perché non va secondo il vostro genio. Non mi pare che questa è via diritta. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa !

 

Conforme all'edizione romana.

 




1 Il P. Margotta si trovava allora in grandi angustie di coscienza, siccome si rileva da varie lettere del direttore di lui, il P. Paolo Cafaro.




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