212. AL P. D. GASPARO CAIONE.

Scusa con carità di padre i difetti d'un soggetto, e domanda un soccorso per la casa di Pagani.

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

CIORANI, 3 AGOSTO [1755].

Don Gaspare mio, che voglio dire intorno al Padre N.? Esso crede di far bene con far queste cose, ed inquieta gli altri ed anche sé stesso; e temo (come io l'ho detto più volte) che il demonio con ciò non gli abbia un giorno a far perdere la vocazione. Del resto, è umile, zelante, osservante, affezionato alla Congregazione; ma s'impegna e piglia le cose con passione, ed inquieta sé e gli altri. Che si ha da fare? Ognuno tiene i suoi difetti. Io ne ho più degli altri.

Per Fratello Gerardo, fiat voluntas tua! Gli mando la benedizione.¹

Circa il grano, voleano ai Pagani, che io scrivessi a V. R., che loro mandasse i dieci tomoli. Io ho risposto: e che ci tenete qualche ius, o istromento per que' dieci tomoli? Ora io ho scritto ciò che V. R. mi ha scritto de' debiti, provvista, ecc.

Del resto, se V. R. potesse, come da sé, mandar loro quattro o cinque tomoli, buono sarebbe.

Per li Fratelli infermi, mi rallegro che in parte stanno meglio. Dica da parte mia a Fr. Melchionna che il P. Ferrara non mi ha detto niente, e che, anche che me l'avesse detto, affatto io non l'avrei creduto ch'esso finge l'infermità; che attenda a star bene e far la volontà di Dio, e stia quieto. Non altro.

Vi siano raccomandati li 25 carlini, che ho speso per lo rametto accomodato della Madonna. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

Conforme all'edizione napolitana dell'anno 1848.