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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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225. AL P. D. ANTONIO TANNOIA, RETTORE DELLA CASA D'ILICETO E MAESTRO DE' NOVIZI.

Gli ordina di ritardare l'ammissione al noviziato di un candidato malaticcio e gli dà vari avvisi.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

NOCERA, 31 DICEMBRE [1755.]

 

Circa Ansalone, il P. Ferrara mi ha scritta una lettera di fuoco e mi dice esservi sospetto, che abbia sputato sangue. Onde, in quanto a riceverlo, ditegli da parte mia che abbia pazienza, che aspetti un altro mese per assicurarci meglio, e vedere come passa di salute; tanto più che il padre suo pure

 


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scrive ch'egli tiene l'ostruzione. Che non dubiti, perché poi gli abbrevierò il noviziato.1

Dico così, che aspetti un altro mese: del resto, quando egli è stato una volta ricevuto ed è stato mandato da me al paese, per vedere se si ristabiliva colla salute, che bisogno vi è di rivestirlo e riceverlo di nuovo? Ma via, diamo questa soddisfazione al P. Ferrara, di mantenerlo così sospeso per un altro mese. Ma anche tornato a riceversi, quando ricade colla salute, pure lo licenzierò.

Esso Ansalone mi scrive che si trova perfettamente bene: ditegli da parte mia che stia allegramente; già egli si trova in Congregazione, che paura ha? Se seguita a star bene, già sarà nostro; se poi torna la mala salute, con tutto l'esser ricevuto, pure sarà licenziato: e così che abbia pazienza, ma stia allegramente.

Ma veniamo a ciò che più importa. Voi mi scrivete: tozze [tozzi di pane] vi vogliono... Ma poi, perché fare tante spese, o inutili, o almeno non necessarie, o almeno non convenienti alla strettezza in cui sta presentemente cotesta casa, e non molto conformi all'obbedienza che vi ho mandata di non fare ora niuna, niuna, niuna spesa, se non puramente necessaria? Per carità, per ora non si pensi più a fabbrica, né ad altra spesa che non sia assolutamente necessaria. Per ora statevi come vi trovate. Rimediate come si può. Appresso ci si pensa, se Dio manda provvidenza. Come sento, vi sono centosessanta ducati di debito a Lacedogna, altri a Foggia; manca l'olio, il grano, il vino ecc.: ebbene, dove avete d'arrivare? a mangiar l'erbe? o andare in carcere per debiti? All'ultimo sarò costretto a farvi tornare ai rumori di Ciorani.

Il Capitolo2 ha permesso (contro il mio pensiero) che si dia il secondo bicchiere di vino a chi scuopre; ma V. R. avvisi li novizi, che chi scuopre sempre o senza preciso bisogno poca


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edificazione e segno di esser poco mortificato. E prego V. R. ad averci l'occhio su questa cosa; perché poi, nel dover fare l'oblazione, ve l'addomanderò.

Quella cosa, di far due camere per voi, lasciatele di fare per ora; appresso si risolverà.

Mi scrive Fr. D. N. per cose dolci. Mando certe poche cose che le ho tolte questa mattina ai giovani di qua, a' quali avevano da dispensarsi. Avrei avuto più a caro che mi avessero cercato i novizi mortificazioni e mezzi di amare Gesù Cristo, che cercarmi cose dolci.

Il novizio D. Gerardo [Gisone] mi scrive che sta molto contento ecc.: accuditelo con modo speciale, perché i sacerdoti han più tentazioni degli altri.

Benedico tutti. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa ! Mando la canzoncina fatta a S. Luigi.1 Viva Gesù e Maria !

 

Conforme all'edizione romana.

 




1 E così fu. Giambattista Ansalone fu ammesso al noviziato il 24 gennaio 1756, e fece la sua professione il dì 8 di settembre dello stesso anno.



2 Il Capitolo tenuto a Pagani nel mese di ottobre di quest'anno.

1 Questa canzoncina in onore di S. Luigi si trova stampata nelle opere del Santo.






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