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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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238. AL MEDESIMO.

Gli parla di varie cose, specialmente riguardo al noviziato.

 

Viva Gesù, Giuseppe e Maria!

 

FEBBRAIO [1756].

 

Prima di tutto, circa le messe [del P. Pasquale] Basile, vi è un fracasso, come sento, della casa di Ciorani1; e benedico per l'applicazione delle messe, che avete fatta fare per cotesta casa.

 


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In ogni conto, fate supplire le messe che avete applicate per voi, perché bisogna mantenere lo stabilimento, che le messe non si mutino per qualunque mutazione di stanza che fanno i soggetti. In quanto al sacerdote Saltarelli, procurate che se ne vada quanto più presto. Pensate voi il modo e 'l pretesto. Basta: in ogni conto, se ne mandi quanto più presto. E ditegli che non occorre venire qui ad insalanirmi [importunarmi], perché è tempo perduto: perché ho giusti motivi [di credere] che la Congregazione non fa per lui. In quanto al medico, che si ha da fare? Non sono difetti tali, ecc. Io gli scrivo. Leggete questa che gli mando, e poi restituitela. In quanto a quel giovane di Resina, una volta che patisce dolori articolari, non è cosa che possa restare nella Congregazione. Ditegli che le case nostre sono freddissime, onde presto finirebbe di perdere la salute; per lo che procurate di farcelo andare. Mi dispiace, perché è un buon figliuolo; ma non c'è rimedio: Dio non lo vuole.

Lo stesso dico intorno agli altri due giovani ostrutti d'Ischia e di Bosco. Buoni figliuoli, ma non sono buoni per noi. Dite però a questi due che io non li licenzio affatto; solamente voglio che vadano alle case loro e procurino di stabilirsi in salute, perché subito che saranno ristabiliti, io li riceverò; e così, che se ne vadano con tale sicura speranza. Si mandino però colle loro vesti di secolari. Per Fr. [D. Francesco Antonio] de Paola, ho detto che si mandi.

Vi benedico con tutti. Viva Gesù e Maria! Circa li due Fratelli Saverio e Domenico, fategli sapere che se non si metteranno a dovere, saranno senza meno licenziati. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

 

Conforme all'originale che si conserva nell'archivio della nostra casa di Pagani.




1 Era l'uso che, quando un Padre era mandato in un'altra casa per aiutarla nelle missioni, continuava ad applicare le messe per la casa alla quale era ascritto. Il P. Basile adunque, essendo mandato da Ciorani per aiutare i Padri d'Iliceto, doveva applicare le messe per la casa di Ciorani, e perciò i Padri di Ciorani fecero il fracasso, del quale parla la lettera. Laonde il Santo ordina al P. Tannoia di rimediare a questo sconcerto.




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