251. AL MEDESIMO.

Prescrive a' novizi la moderazione nell'orazione, e s'attrista della povertà della casa d'Iliceto.

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

NOCERA, 24 GIUGNO [1756].

Io ho ricevuto un fascio di lettere de' novizi, di ringraziamento per lo Sacramento.¹ Ma io sento che danno in eccessi, e così già hanno incominciato ad infermarsi, come N. N. ecc.; onde vi prego a moderare loro le orazioni nella cappella del Sacramento.

Basta che facciano la solita visita, e di più basta che la sera e fra il giorno lo visitino una o due volte, ma questa visita non arrivi a mezzo quarto d'ora. S'intende ciò fuori del giorno del ritiro. Io non rispondo alle lettere de' novizi. Per rispondere, ci vorrebbero due mesi. Sento che non si mangia minestra costì. Perché non mandate ad Ascoli, tenendo quattro cavalcature? Buono sarebbe che mandaste attorno per un poco di cerca di grano; ma i guai sono, chi mandate?

Circa il punto del cacio, tutti son contrari al P. N., e nelle altre case si seguita a dare. Ma costì che vogliamo fare? vogliamo vedere qualche scena? onde è meglio dissimulare e regolarvi secondo la vostra prudenza. Il P. N. vedo che mi ha detto la verità, perché veramente costì non ci è modo da vivere. Ora si manda questo picciolo soccorso; ma appresso come si farà? E una compassione vedere così patire tanti poveri giovani che, poco fa, hanno lasciato il mondo. Fratello N., ancorché abbia fatta l'oblazione, fatelo restare costì, acciocché si ristabilisca meglio. Potrà fare qualche cosa leggiera col P. N. Vedete di mandare ad Ascoli ogni tanto per un poco di minestra, oppure a qualche altra parte. Benedico tutti. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

Conforme all'edizione romana.