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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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253. AL MEDESIMO.

Nuove lagnanze e rimproveri.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

4 LUGLIO [1756].

 

In somma, quando ricevo nuove d'Iliceto, mi ho da pigliare un cato [secchia] di veleno. L'altra volta si mandò il soccorso, e subito sparì. Ora si è mandato l'altro, e sento che pure è sparito. Il P. N. vuol fare la cisterna; V. R. vuol fare l'architetto; per cui mi dice il P. N. che ci vorranno li travicelli. Io dico e torno a dire che non voglio che si spenda niente, niente, niente, fuor del puro necessario per lo vitto e per qualche cosa necessaria di vesti. State senza biancheria, senza pane ecc.

Quante volte io ho ordinato che non si facciano spese straordinarie, ed ora sento che si voglion pigliare tavole a credenza. A credenza ! e poi non si han da pagare? Abbiate pazienza; attendete ora a vivere alla giornata e niente più. Io mi sento morire per la compassione di questi poveri giovani. Replico: ora pensate solo a vivere, perché voglio unire i Consultori e vedere che espediente si ha da pigliare;1 mentre non è possibile che possa così camminare la barca. Benedico tutti. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

Conforme all'edizione romana.

 




1 L'espediente preso fu di trasferire il noviziato in Nocera. La traslazione si fece il 18 luglio, e il noviziato vi restò sino al 15 ottobre del seguente anno.




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