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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
L'esorta alla pazienza, sorella della povertà.
NOCERA, MESE DI AGOSTO [1756].
Ho letta la vostra ed ho detto: quest'altro violino ci mancava, e mò ci siamo tutti. V. R. mi cerca la messa di Petrella.1 Primieramente Petrella è andato ad Iliceto. Per secondo, bisogna sapere che D. Saverio [Rossi] voleva gridare, quando venne qui, per avere più messe; perché tiene da 40 soggetti e da due mila ducati di debiti, e quello che esige dalla vigna, l'ha da pagare al Barone,2 ma vedendo le miserie di questa casa, non ebbe animo di parlare: sicché levargli, a Ciorani, la messa di Petrella, non è cosa da pensarci, tanto più che questa messa già la tiene.
Dunque, per darvi qualche altra messa, l'avrei da levare da questa casa di Pagani. Or, sentite voi, come sta bella questa casa!
Vi sono da duecento ducati di debiti, che si devono a chianchieri [macellai], nevaioli ed altri simili, che vogliono esser pagati. Onde, il P. Mazzini s'è protestato che non si fida di mantenere il noviziato, con tutto ciò che io gli ho assegnato un'altra messa, che io aveva assegnata alla sconquassata casa d'Iliceto. In modo che, se non riesce una certa speranza di limosina, bisognerà che si levi il noviziato da qui. Ora pensate a chi voglio levare questa messa? Io vi compatisco e dico che tutti avete ragione. Ma io vorrei che ognuno mi dicesse come ho da far io, per farvi ragione? Io già vi ho lodato che voi non parlavate, e vedo che ora parlate costretto dalla necessità; ma bisogna abbracciarsi colla nostra sorella, la pazienza, ch'è sorella carnale della povertà. Vi ringrazio dello scrittolino, e aspetto l'altro. Non ho ricevuto lettere da Benevento. Benedico tutti, e prego Dio che vi mandi pazienza. Finita che sarà la festa della Madonna,1 procurate di far fare gli esercizî a quelli Padri che li possono fare, perché dentro ottobre in quest'anno ci sarà che fare; forse ci sarà la missione d'Amalfi che sento nominare. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa !
Fratello ALFONSO del SS. Redentore.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.