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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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298. AL P. D. PIETRO PAOLO BLASUCCI, PREFETTO DEGLI STUDENTI, NELLA CASA DI CIORANI.

Dà alcuni avvisi agli studenti per rendersi degni dell'apostolato che bramano.

 

(Leggete questa mia a tutti i Giovani.)

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

NOCERA, 27 LUGLIO 1758.

 

Fratelli miei, mi son consolato nel ricevere le vostre lettere di richiesta, e non pensate che io finga. Io ho tutto il desiderio di vedere andare più giovani de' nostri agli infedeli, a dar la vita per Gesù Cristo; ma bisogna che io mi assicuri dello spirito e della perseveranza di ciascuno: perciò vi prego ora di attendere allo studio (perché si han da terminare gli studi, mentre, prima di andare, avete da essere esaminati in Roma) e prima di tutto ad unirvi con Gesù Cristo. Chi non va agl'infedeli ben provveduto d'amore a Gesù Cristo e di desiderio di patire, sta in pericolo di perdere l'anima e la fede.

Chi persevera poi in questo desiderio, è bene che ogni tanto, cioè ogni nove o dieci mesi, mi rinnovi la richiesta. Frattanto stringetevi con Gesù Cristo, e pregatelo ogni giorno che vi faccia degni di questa grazia.

Attenti, Fratelli miei: Leo rugiens circuit quaerens quem devoret. Ecco che Fratello [Maturazzo]1 è già fuori della Congregazione. Tra poco tempo, Dio ne ha cacciati due, i quali poco fa stavano tra di voi. Attenti ai difetti, perché il demonio così fa: prima fa commettere difetti, e poi fa perdere la vocazione.

Persuadetevi che nella Congregazione Dio non ci vuole se non chi ha vero desiderio di farsi santi. E gl'imperfetti, o presto o tardi, ben trova Dio il modo di cacciarli.


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Prego perciò ciascuno ogni giorno a cercare sempre, specialmente, la grazia della perseveranza nella vocazione. Per questa mancanza, tanti l'han perduta. Tremiamo sempre e preghiamo: chi non trema e non prega sempre, non persevererà.

Non ci fidiamo di qualche fervore sensibile: quando viene poi qualche nera tempesta, allora spariscono tutte le risoluzioni fatte; e se Dio non ci aiuta, resteremo perduti. Aiutatevi sempre colle preghiere, e pregate sempre che Dio vi faccia morire nella Congregazione.

Io amo ciascuno di voi quanto me stesso, anzi posso dire più di me stesso; ma quando vedo che alcuno non ama più la Congregazione, son costretto, benché con pena, a scacciarlo, ancorché fosse mio fratello carnale. Vi benedico e resto

 

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

 

[P. S.] Dite al P. Pentimalli ed al P. Buonassisi che vengano a trovarmi un giorno di questi, perché voglio informarmi di certe cose.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro collegio di Frosinone.




1 Gaetano Maturazzo avea fatti i suoi voti il 31 agosto 1746. La perdita della vocazione fu per lui una disgrazia somma; poiché, datosi ad una vita sregolata, finì barbaramente ucciso e senza il conforto de' sacramenti.




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