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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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304. AL MEDESIMO.

Parla dell'utilità degli spiriti critici nelle comunità, della sua povertà e di alcune altre cose.

 

Viva Gesù, Giuseppe e Maria!

 

NOCERA, 22 NOVEMBRE 1758.

 

Io non ho assegnato mai Fr. de Iacobis, né mai me l'ho sognato d'assegnarlo, né ho questo pensiero. Ma dico ch'avrei potuto assegnarlo, ed in caso che l'avessi assegnato, la vostra correzione fattami non sarebbe stata secondo il vostro spirito.1 Del resto, a ciascuno de' soggetti non si può vietare lo scrivere a me. Questa cosa di andar visitando le stanze, io non l'ho data mai questa licenza, né so chi ce l'abbia data. E la cosa del Bambino pure m'è dispiaciuta.

Per altro (parlando in generale) questi spiriti critici, sempre che non si avvanzano e si prendono quell'autorità che non hanno, sono molto utili alle comunità, perché servono acciocché ognuno stia sulla sua: come è appunto il P. Ferrara il


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quale, col suo censurare, poco si fa amare dagli altri; ma, dico la verità, a me molto giova per mantenere l'osservanza. Che s'ha da fare? In comunità, s'hanno da patire questi bocconi amari; ma omnia cooperantur in bonum.

Questa sera, ho licenziato dalla Congregazione il P. Barberio,1 non per delitti suoi gravi, ma per giuste cause. Veniamo ad un altro boccone amaro. Qui, per la lite che ci è con quel benedetto prete di Calvanico, per liberarci almeno dalla vessazione, si dovrà venire a qualche aggiustamento; e temo che non ci sarà modo d'onde pigliar il denaro; onde vi prego di tenere da parte cento ducati. Non dico che cotesta casa abbia a ciò soccombere, ma bisogna che mi aiutate, e poi vi lo farò rimborsare.

Dica a Fr. [D. Giovanni] Lauria che ho ricevuto la sua: non ci vuol altro; quando sarà tempo, se ne parlerà.

Dica pure a Fr. Nigro che cacci ogni timore. Esso ha fatto li voti ed è stato accettato: che paura allo sproposito è questa d'esser cacciato? Circa l'altre cose, che si regoli col Prefetto, ed in mancanza del Prefetto con Vostra Riverenza.

Frattanto, ho scritto la correzione a Fr. de Iacobis. Del resto, D. Gasparo mio, queste contraddizioni in comunità ognuno l'ha da avere, e fosse S. Francesco. Quante ne ho io! Quante lettere cieche, con rimproveri ed ingiurie!

Di più, vi avviso come D. Silvestro, [nipote] dell'Abate Ciceri,2 si mette al seminario, e vi vogliono spese. Ogni casa pagherà la sua rata; onde mandate per ora ducati 10. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa !

 

 Fratello ALFONSO.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 Sembra che il P. Caione si era lagnato, che il Santo avesse destinato il Fr. D. Sebastiano de Iacobis come ispettore segreto della comunità di Caposele: cosa che poteva tanto più dispiacere, perché egli contava soli ventidue anni di età ed un anno di professione.

1 Il P. D. Sabino Barberio, nato il 23 dicembre 1712, non aveva che sette settimane di professione, quando fu licenziato dall'Istituto.



2 L'Abate Giovanni Ciceri della terra di Grottola, diocesi di Matera, aveva concesso a S. Alfonso, a' 3 novembre 1757, il diritto di nominare ad una cappella laicale, fondata dallo stesso Abate, coll'obbligo (siccome sembra) di contribuire al mantenimento di uno di sua famiglia in un seminario.






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