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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
306. A D. GIOVANNI BATTISTA GARGANO, STUDENTE DELLA CONGREGAZIONE.
Gli permette alcune mortificazioni, ma lo vuole sottomesso al suo Superiore immediato.
In quanto al trattenervi la sera (se non erro, ve lo scrissi un'altra volta), non occorre; perché avete da studiare: voglio che dormite, come fanno gli altri.
In quanto al digiuno, parlando di digiuno in pane ed acqua, sì signore, non ne voglio più che uno la settimana; l'altro si può fare a pane e minestra.
In quanto alla direzione, è vero che discipline e catenelle s'appartiene anche all'interno; ma perché son cose che possono poi sapersi dal Prefetto per mezzo d'altri, bisogna averne anche la sua licenza. Vi benedico.
Fratello ALFONSO del SS. Redentore.
[P. S.] La cosa richiesta, non la posso concedere, perché è contro la Regola e porta esempio per gli altri; se la concedo a V. Carità, l'ho da concedere poi anche agli altri.
La Regola vuole che gli studenti si regolino col Prefetto... Il desiderio mio è che tutti gli studenti, come dice la Regola, si dirigano col Prefetto; alla direzione del quale tengo per certo che Dio più vi concorra, perché vi è l'ubbidienza della Regola, ancorché l'ubbidienza si faccia di mal genio. Dio non concorre coi geni, ma coll'ubbidienza.
Conforme all'originale che si conserva in Amalfi, presso l'arcidiacono D. Michele Camera.