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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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328. AL MEDESIMO.

Si quieta, sapendo che non era stata violata l'obbedienza.

 

Viva Gesù e Maria!

 

NAPOLI,1 4 MARZO 1760.

 

Io già l'avevo detto, né potevo credere che V. R. avesse letta la lettera, e non avesse fatta l'ubbidienza. Solo mi spaventava l'asserire che faceva Fr. Pompilio. Ora mi son quietato.

In quanto poi a fargli mutare stanza, vi prego di ricordarmelo quando saprete che sono ritornato a Nocera, perché ora non sono in istato di risolvere queste sorte di cose.

Raccomandatemi a Gesù Cristo, perché qui [a Napoli] sto pieno di lotani [impicci], ed anche a Minervino. Benedico V. R. e tutti.

 

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

 

Conforme all'originale che si conserva nell'archivio della nostra casa di Pagani.

 




1 La lettera è scritta da Napoli, perché il Santo vi dava gli esercizî, dei quali avea parlato nella lettera del 3 dicembre dell'anno precedente.




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