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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
335. AL P. D. EMANUELE CALDARERA DELLA CONGREGAZIONE DELL'ORATORIO.
Manifesta il suo parere intorno allo stabilimento della sua Congregazione nella Sicilia.
Molto Revdo Padre e Pne colmo.
Ricevo l'altra sua carissima, e sempre più la ringrazio. Ma, Padre mio, come voglio mandare costì i soggetti, quando l'arcivescovo [di Palermo] si è dichiarato che non ci vuole? Bisogna aspettare e procurare, prima di tutto, questo consenso dell'arcivescovo. Vedete se da costì fosse persona che potesse
da lui ottenerlo; ma già vedo che sarà difficile, mentr'egli poco se la tira co' Siciliani.1
Il Sig. Balì Bonanno sta forte in dire, esser necessaria prima anche la rappresentanza della deputazione del Regno.
Quello che mi spaventa si è che i Padri della Missione, dopo esser stati chiamati anche dal Vescovo in Sicilia con tante istanze, pure se n'ebbero da tornare.
Perciò, prima di mandare i Padri, non voglio certezza, ma almeno qualche soda probabilità, che non se ne abbiano a tornare con nostro disonore; tanto più che la spesa del viaggio è grossa, e poi costì la rendita per ora è poca. Io non ripugno, ma purché avessi qualche sicurezza per l'avvenire.
Le avviso poi, come appunto in questa settimana ho ricevuto una lettera di Monsignor [Andrea Lucchesi, vescovo] di Girgenti, dove mi dice per prima ch'esso non può mandarmi la limosina da me richiesta, perché sta esausto di spesa.
Ciò sarà stato imbroglio di alcuno, che in nome mio gli ha cercata questa limosina, mentre io affatto non mi sono sognato di ciò.2
Mi scrive poi ch'esso ha fatta la rendita di cento cinquanta oncie,1 e presto spera di compirla sino a ducento, e che vuol fare una casa di missionari, d'esercizî spirituali e missioni, accanto del suo palazzo e che ivi ci vuole la nostra Congregazione.
Io gli ho risposto che sono pronto a mandar i soggetti, ma l'ho pregato, s'è possibile, che la casa la facesse fuori dell'abitato, e secondo la povertà del nostro Istituto, colle celle di dodici palmi e corridori di otto. Non so che ne succederà, perché il vescovo è vecchio, ed è di tardo moto.
Prego V. R. ad avvisarmi qualche cosa, se ne sa niente, e di darmi qualche istruzione su di ciò, e sopra tutto mi raccomandi a Gesù Cristo.
Mi rallegro che abbia a trattenersi costì per qualche altro tempo. Chi sa, fra questo tempo, se meglio si indirizzassero le cose. Resto, baciandole le mani
ALFONSO DE' LIGUORI della C. del SS. Redentore.
Conforme ad una antica copia.