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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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357. AI FRATELLI STUDENTI DELLA CASA DI CIORANI.

Ordini lasciati nella Visita canonica.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe, Teresa!

 

[ANNO 1761].

 

Per dar qualche giusto riparo ai disordini finora sortiti nelli giovani Studenti, ed affinché i nostri giovani conservino quel fervore di spirito portato dal noviziato, ho stimato lasciare gl'infrascritti ordini, buona parte de' quali son cavati dalle nostre Regole e dalla Costituzione de' giovani.

Gli studenti portino ogni venerazione, rispetto ed obbedienza, così al Prefetto, come al Lettore nello studio; colli medesimi non si difendano, non si scusino; innanzi a' medesimi stiano con tutta la venerazione, e stiano attenti a non mormorarli tra di loro.

Fuori del tempo di sollievo o ricreazione, o altro bisogno, stiano sempre ritirati in stanza, né loro sia permesso il passeggiare per li corridori, entrare nello studio, andare nel coro o altro luogo fuori dello studentato senza licenza del Prefetto, e specialmente in tempo di riposo stiano ritirati in stanza.

In tutti gli atti comuni, come nell'andare ed uscire dallo studio, vadano a due a due con modestia, mani piegate ed occhi bassi; e dopo l'esame della sera, anche a due a due subito se ne vadano sopra, nello studentato.      


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In tempo di studio generale, osservino rigoroso silenzio; né loro sia permesso parlar fra di loro, ma solo col Prefetto e Lettore.

Se gli proibisce il giuoco delle palle, come causa di molta distrazione e di poca edificazione a' forastieri, i quali se ne scandalizzano, come s'è veduto.

Solamente al zelatore sia permesso tenere la chiave comune.

Non vi siano altercazioni fra di loro, ma uno ceda all'altro. E su ciò specialmente attenda il zelatore.

Così il Rettore della casa come il Prefetto non siano facili a dare licenza agli studenti per parlar con secolari, né far entrare, nella ricreazione de' giovani, forastieri, né Padri o Fratelli, ma sempre facciano la loro ricreazione soli col Prefetto o altro Padre dal Rettore assegnato, in mancanza del Prefetto. Ne siano facili a dar licenze frequenti di mangiar fuori di tavola, anche frutti, quando si esce spesso fuori; come altresì le ricreazioni ne' giardini non siano molto frequenti, mentre prima si facevano molto spesso. E ciò pure scandalizza.

Nell'assegnare gli uffici a' giovani, il Ministro o altro se l'intendano prima col Prefetto.

10° Il Rettore della casa non sia ancora facile d'accordare licenze a' giovani, specialmente quando si tratta di parlare co' forastieri, senza prima intendersela col Prefetto, e con assegnar loro un compagno, che stia sempre a' medesimi vicino, quando dovranno parlare co' forastieri.

11° Il Prefetto non accordi facilmente licenza a' giovani di lasciare lo studio, anche per causa di qualche picciola indisposizione; ma in luogo di farli andare vagando, li faccia almeno assistere alle lezioni, se non possono studiare.

12° Quando escono fuori, vadano sempre accompagnati, in assenza del Prefetto, con un Padre.

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

 

ALFONSO DE' LIGUORI, Rettore Maggiore.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma




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