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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
390. AL MEDESIMO.
Per assicurare il frutto della missione, inculca alcuni mezzi molto efficaci.
Ho ricevuto la sua ed ho parlato qui a D. Giuseppe Jorio.
Gloria Patri! per il bene che si è fatto a Frasso, e per la congregazione stabilita per i galantuomini e per la congregazione de' preti; aspetto poi il memoriale, perché lo rimetterò a Jorio.
In quanto alla congregazione de' figliuoli, per ora scrivo a V. S che preghi da parte mia il canonico D. Carlo Mosiello a pigliarsi questa cura, perché sarebbe un gran bene. Ma quello che più raccomando a V. S. è l'adunanza (per non chiamarla congregazione) o sia istruzione delle zitelle nelle domeniche e, come vorrebbe D. Giuseppe Jorio, una domenica per le maritate.
Ringrazii da parte mia D. Francesco Brancone, che si è offerto, senza paga, a servir la congregazione de' galantuomini. Gli dica poi che io non lo forzo ad accettar questo peso, perché non posso a ciò forzarlo; se l'ha da prender esso per pura carità, ma glielo raccomando, ne lo supplico quanto posso, e spero che non voglia dirmi di no. Io scrivo questa di fretta. Dica così al canonico Mosiello, come al canonico Brancone, che non scrivo loro a parte, mentre mi ritrovo qui in Durazzano poco bene con una flussione di petto; ma se vogliono che io scriva loro a parte, scriverò pregandoli a farmi questa carità. Ho goduto poi assai in sentire terminate le controversie del Sig. Ilario ecc.
In quanto all'ora della Visita, non so che dire. Generalmente parlando, ha ragione D. Giuseppe Jorio. Quando la Visita si fa presto, pochi son quelli che ci possono assistere. All'incontro V. S. dice che, facendola tardi, non riuscirebbe. Ma facciamo così ora che la gente sta in fervore, cominciamo a farla tardi, per quell'ora in cui la gente può essere ritirata dalla campagna, e vediamo come riesce. Se poi vedremo che, facendola tardi, non ci assistesse né la gente di campagna né quella che sta nel paese, allora si farà più presto.
Del resto, in ogni parte della diocesi io ho ordinato che si faccia tardi, vicino all'Ave Maria. A Sant'Agata pure si faceva presto; ma poi si è veduto coll'esperienza che, facendola verso le ventiquattro ore, viene la gente.
Bisogna però persuadersi che ora a principio vi verrà molta gente, e poi andrà mancando. Perciò fa d'uopo di non isgomentarsi e seguitare: chi resta, resta. Basta; a primavera, quando verrò colla visita, aggiusteremo meglio le cose.
In quanto agli scandali che dicono alcuni costì, se la Visita si fa tardi, dice bene Jorio che non è cosa da farne conto.
Io poi la ringrazio e la lodo per tutta l'attenzione che ha per lo bene di cotesta terra, e specialmente per l'attenzione che ha avuta nella missione, e per lo desiderio che ne ha dimostrato. Quei parrochi, che han desiderio della missione, dan segno di avere il vero spirito di Gesù Cristo.
Mi dispiace che V. S. sta così acciaccato d'infermità, ma spero che Gesù Cristo le dia forza per mia consolazione e bene di cotesta terra; giacche in cotesta terra, come vedo, V. S. è solo o quasi solo.
Perciò le raccomando sopra tutto la conferenza di Morale, acciocché possiamo abilitare alcuno di buoni costumi ad aiutarci.
D. Giuseppe Jorio vorrebbe la conferenza ogni giorno; ma chi vuol troppo, poi non ha niente. Io mi contento di due o tre volte la settimana; ma almeno due, fuori però del giorno del caso di coscienza.
E faccia animo a cotesti giovani, acciocché studiino fra questo tempo; perché quando vengo colla visita, spererei, se posso, di abilitarne più d'uno. Quando verrò colla visita, faremo una Rinnovazione di spirito, perché faremo una novena della Madonna coll'esposizione del Venerabile; e farò io le prediche a modo mio familiare.
Conforme all'edizione romana.