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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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407. AL MEDESIMO.

Gli parla della vendita della carrozza, e della difficoltà di potersi recare in Napoli.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

 

SANT'AGATA, 13 DICEMBRE 1763.

 

Fratello mio, la ringrazio delle mele. Ora non mi ritrovo altri dolci che questa scatoletta venutami da Donn'Alvina.1 Siccome m'è venuta, ve la mando.

In quanto alla carrozza, ho a caro che V. S. se la prenda; e per lo prezzo fate come volete. Del resto sappiate che difficilmente io ci vengo a Napoli. Avrebbe da essere la disgrazia di qualche chiamata regia; e pure, in tal caso, facilmente ci manderei il mio vicario o


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qualche canonico; giacché ho pronta la scusa che sono vecchio, malato e non esco di casa.

Riverisco la Signora Donna Marianna1 e v'abbraccio.

 

Di V. S.

Affmo fratello ALFONSO.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 Così si chiamava un monastero di Napoli, in cui vivevano monache nobili sotto la Regola di S. Benedetto.

1 Donna Maria Anna Capano Orsini, moglie di D. Ercole.






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