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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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465. AL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE XIII.

Umilia la sua adesione e i suoi ringraziamenti a S. Santità, per l'atto di conferma e nuova approvazione della perseguitata Compagnia di Gesù.

 

Viva Gesù, Maria, e Giuseppe!

 

[ANNO 1765]

 

Santissimo Padre.

La Bolla,1 che V. Santità ultimamente ha data fuori in lode e conferma della venerabile compagnia di Gesù, ha rallegrato tutti i buoni, e specialmente me miserabile che tanto la stimo, vedendo il gran profitto che fanno questi santi religiosi in tutti i luoghi dove sono, e col loro esempio e colle fatiche incessanti che impiegano nelle scuole, nelle chiese e negli oratori di tante congregazioni che dirigono, così colle confessioni e prediche, come cogli esercizî spirituali che danno in tante chiese e monasteri di Vergini, con anche affaticarsi nelle carceri e galere; ed io ne sono testimonio per quello che ho veduto, dimorando nella città di Napoli.

Il Signore, in questi ultimi tempi, ha voluto provarli con diverse contraddizioni e traversie; ma V. Santità, che è il Capo


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della Chiesa ed è il Padre comune de' Fedeli, gli ha consolati, consolando ancora tutti noi suoi figli, in aver manifestati da per tutto colla sua santa Bolla i pregi ed i meriti della loro Compagnia. Così ha chiuse le bocche a' malevoli, che han cercato discreditare non solamente i loro portamenti, ma anche il loro Istituto.

Pertanto noi altri che ci ritroviamo al governo delle nostre pecorelle, che ricevono tanto utile dalle fatiche di questi buoni religiosi, e singolarmente io che sono il minimo de' Vescovi, ne rendiamo umilissime grazie alla Santità Sua, supplicandola istantemente a proteggere questa santa Religione, che ha onorata la Chiesa di tanti operai che sono anche morti per la Fede, e che per tutto il mondo finora han dato tanto frutto di anime presso molti regni, non solo de' cattolici, ma anche degl'infedeli e degli eretici; e maggiormente lo darà in avvenire, come dobbiamo sperare dalla divina Bontà, che humiliat et sublevat.

Prostrato intanto a' suoi piedi, umilmente li bacio e le cerco la santa benedizione.

 

Tannoia, nella Vita del Santo, lib. III. cap. 25.

 

Risposta del Papa, data da Castel Gandolfo a' 19 giugno 1765.

 

Libentissime legimus litteras tuas, ex quibus intelleximus, quod etiam sine literis arbitrabamur, Constitutionem nostram, qua pium Societatis Jesu Institutum laudavimus et confirmavimus, fraternitati tuae jucundissimum accidisse. Gratissimum praeterea nobis illud fuit, eadem te de illa Societate honorificentissime praedicare, quae a pluribus aliis Ven. Fratribus episcopis per litteras nobis datas singularibus laudibus efferuntur. Caeterum tuum justitiae amorem, et animi tui magnitudinem, libertatemque episcopo dignam summopere amamus, Ven. Frater, qui nullo rerum humanarum respectu deterritus, nihil veritus es de memorato Instituto, ejusque sectoribus, per litteras tuas apud nos profiteri quid sentias... Et fraternitati tuae, quam in nostrae caritatis gerimus sinu, Apostolicam benedictionem peramanter impertimur.




1 La Bolla Apostolicum pascendi Dominici gregis munus.




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