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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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544. ALLA MEDESIMA.

La consola nelle afflizione e la esorta a perseverare, sicura di essere in buona via.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

[NAPOLI, MESE DI AGOSTO 1767.]

Voi state afflitta, ed io sto contentissimo delle vostre tempeste. Tutte queste tempeste conducono al porto.

Quel che mi dispiace è che avete lasciata la comunione. Giacché il P. Savastano sta alla Conocchia, io vi comando per ubbidienza che vi facciate la comunione senza riconciliazione; e se non volete ubbidire a me, scrivete al detto Padre, ch'egli vi darà la stessa obbedienza. Ma V. R. può sicuramente ubbidirmi, perché certamente il P. Savastano dice quello che dico io.

Per ora non posso venire. Si è appuntata la causa e bisogna andare intorno, e fare scritti etc; ma verrò prima di partire.

Io vi dico da parte di Dio che voi state in grazia di Dio e che tutto va bene; e non dite più quella parola: l'ho sgarrata.


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Vi dico di più esser volontà di Dio che voi viviate e moriate in S. Marcellino. Onde bisogna rassegnarvi; e torno a dire che tutto va bene.

Offerite tutto a Gesù Cristo e raccomandatemi a lui e alla Madonna; e raccomandate la Congregazione per la causa che si ha da fare.

Gesù sia l'unico Signore del vostro cuore!

Di V. R.

Umo servo

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

[P. S.] Quanto ora patite, io tutto ve l'ho predetto: tutto è buono. Subito ripigliate la comunione in coscienza mia.

Conforme ad un'antica copia.




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