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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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563. ALLA MEDESIMA.

Insiste sulla scelta di un Padre spirituale del luogo e le dà altri consigli.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 20 MARZO 1768

Io speravo per vostro bene e consolazione che vi aveste trovato un Padre spirituale; e torno a dire : quando potete trovarlo, pigliatelo; perché la voce viva sempre opera meglio. Il Padre Pisanelli, è impossibile che ve l'accordino. Vorrei almeno che andaste di quando in quando dal confessore ordinario: ma voi dite che ci avete tanta ripugnanza. Vedete se potete vincere questa ripugnanza, ed andarvi almeno ogni quindici giorni, non per pigliar consigli, ma pigliar solamente l'assoluzione.

Almeno vedete di accordarvi con qualche altra monaca che tiene il Padre spirituale, e che quella si contenti che ci andiate almeno ogni quindici giorni.

Il venire io in Napoli è difficilissimo. D'inverno sto sempre chiuso; e con tutto che sto chiuso, pure sto malato col petto, e stamattina mi sono alzato da letto. Nell'estate poi vado in giro colla Visita, e l'anno passato mancai alla Visita per venire in Napoli.


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Del resto io voglio servirvi per quanto posso, e vi servo di cuore; perché Dio mi un grande impegno per l'anima vostra; ma mi dispiace che poco m'obbedite. Mi scrivete tante belle cose, ma non mi scrivete che avete fatta la comunione ogni giorno.

A me non fanno specie le vostre bestemmie, odio a Dio, fervore perduto, disperazione ecc. Quello che mi dispiace è che lasciate la comunione spesso, spesso. Ha ragione poi l'Abbadessa di sgridarvi, con dire che non frequentate i Sacramenti il che non si accorda col camminare alla perfezione.

All'Abbadessa ubbidite in tutte le cose esterne; e non importa che lasciate orazioni, lezioni e tutto, e che abbiate sempre da parlare e camminare. Io vi benedico i passi e le parole, ma non voglio che lasciate la comunione per qualunque angustia.

Sempre che non potete giurare a prima vista di stare in peccato mortale, benché senza confessione, comunicatevi ogni giorno. Lasciate il solo martedì, purché non sia festa e non sia giorno di qualche novena o santo avvocato.

Per le penitenze, basta la disciplina; voglio che affatto lasciate ogni catenella o cilizio, or che avete da girare e faticare. Appresso poi se ne parla, quando Dio me lo spira.

Non ringraziate Dio che l'Abbadessa vi libera dalla grata e dalla porta?

Per carità, un poco più di confidenza a Gesù Cristo, il quale è morto per farvi santa, e vi assicuro io che vi vuol bene e vi vuol bene assai.

Il P. Savastano sta in Roma, chiamato a dare gli esercizî ad un monastero. Riveritelo caramente da parte mia.

Vi benedico; e raccomandatemi a Gesù Cristo. Scrivetemi presto e fatemi sentire che fate l'obbedienza di comunicarvi; perché questo è il maggiore aiuto che potete avere, quando vengono le tempeste. Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

Umo servo

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

Conforme ad un'antica copia.




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