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| S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
565. A SUOR BRIANNA CARAFA, NEL MONASTERO DI S. MARCELLINO, IN NAPOLI.
Si rallegra della sua ubbidienza, e l'assicura che nello stato presente cammina bene.
Gloria Patri, che dopo tante lettere mi avete consolato, con farmi sentire che avete fatta l'ubbidienza della comunione.
Per carità, seguitate e non abbiate paura di niente. Non importa che non conosciate più divozione né orazione, per le incumbenze degli ufficii. Tutto va bene. Queste incumbenze, le fate di capo vostro? Le fate per ubbidienza, e questa vuole Dio per ora. Basta: quando potete rubare qualche minuzzolo di tempo, datelo a Dio, e tutto va bene.
Il saccone non lo voglio per ora; ve lo darò appresso quando sarà tempo.
Nel sabato, ora che avete da faticare, levate quella mezz'oncia di cioccolata e quella pizza con olio, e mangiate il pane con
una minestra verde (se vi è), oppure minestra bianca; e ubbidite all'Abbadessa, quando vi leva i digiuni.
Non voglio che più mi nominiate: sto in malo stato. Lo stato l'ho da conoscere io e non voi.
In quanto al venire io in Napoli, è difficilissimo.
Scrivetemi, ed io vi risponderò in breve; e voi scrivetemi anche in breve i soli dubbi e consigli che volete, e non serve più a fare la cantilena: Non conosco più divozione, non conosco più Dio, sto in pessimo stato ecc. Io non le voglio sentire più, queste parole.
Io vi assicuro che camminate bene: fate la comunione e tirate avanti, e così Dio vi darà forza. Pregate Gesù Cristo per me.
Vi benedico. Viva Gesù, Giuseppe e Maria!
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
Conforme ad un'antica copia.