570. AL P. D. ANDREA VILLANI.

Gli parla anche delle condizioni de' Padri d'Iliceto nelle controversie di cui nella lettera precedente, e gli dà nuove della sua salute.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 1 GIUGNO 1768.

Ho ricevuto la vostra risposta circa la rinunzia [al vescovado].

Circa poi l'affare d'Iliceto, ha ragione il P. Tannoia, perché ora Maffei non domina più l'università, come prima

onde la pace sua poco giovamento ci porta. Danno ci può fare Maffei, ma niun giovamento. E perciò a noi non conviene di dare alcun passo positivo contra Maffei, ma all'incontro bisogna non disgustarci i cittadini, i quali nella causa pendente ci possono molto giovare; giacché al presente, parlando direttamente, solamente abbiamo che fare coll'università.

Questa regola bisogna ora tenere ed insinuare a' Padri d'Iliceto e lasciar fare a Dio, e non muoverci senza vera necessità in questi tempi così pericolosi: necessità intendo solamente di difenderci, ma non mai prender parte contro di Maffei o di alcun altro.

Io seguito a star travagliato co' miei dolori interni di quasi mezza vita, e par che il dolore si vada già fermando sovra l'osso scio. Sempre sia benedetto Dio che me lo manda! In quest'anno difficilmente potrò uscire per la solita Visita.

Mi sappia dire che rimedio fece alla sua sciatica il P. D. Lorenzo d'Antonio. Qui si parla di vessicanti e del bottone di fuoco. Me la sappia dire, dopo che si è informato da D. Lorenzo.

Fratello ALFONSO MARIA del SS. Redentore, e vescovo di Sant'Agata.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.