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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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582. A SUOR BRIANNA CARAFA, NEL MONASTERO DI S. MARCELLINO, IN NAPOLI.

Varie raccomandazioni

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

[ARIENZO, FINE DI AGOSTO 1768.]

Ora che sto in istato di rispondere, rispondo. Ne' giorni passati sono stato male, ho preso più volte il viatico ed in qualche giorno sono stato più prossimo alla morte; ma ora sto un poco meglio e senza febbre, fuori di letto, ma sopra una sedia, giorno e notte, e circondato da dolori.

Dico ciò, affinché V. R. ogni giorno preghi Gesù Cristo che mi dia la grazia di offerirglielo come debbo; non per altro.

Ubbidite in tutto all'Abbadessa e non state a pensare che v'impedisce la vita romitica. Questa vita vuole Gesù Cristo da V. R., onde ubbidite allegramente. Lasciate lamentarsi come vuole l'aridità; basta che facciate la volontà di Dio.

Quanto mi son consolato di sentire che séguitate le comunioni! Ora mi pare che si è cominciato il cammino diritto. Séguitate così, e certamente vi farete santa.

Discacciate la diffidenza. Io, per me, non so donde nasce questa diffidenza. Per parte vostra è necessaria; ma per parte di Dio io non so come possiate aver motivo di diffidare, avendo tanti motivi dell'amor che vi porta. Gli fate ingiuria coll'avervi poca confidenza.

La confessione va bene cosi.

Circa le penitenze, sentendovi ristabilita, potete riprendere la disciplina semplice ogni giorno, e quella a sangue ogni venti. Le catenelle lasciatele stare, mentre per ora anche avete da fare tanti esercizî corporali per obbedienza. Il sabato, pane ed una minestra; e se non vi basta una, pigliatene due.

Non m'importa niente poi che lasciate qualche divozione particolare, per attendere a quelle figliuole che vi raccomandai, e specialmente alla vostra nipotina, che, essendo nipote, stringe


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più la carità; tanto più che è di buona inclinazione. Non importa che non istà sotto la vostra cura; non manca da quando in quando l'occasione d'insinuarle qualche sentimento buono, qualche atto d'amore a Gesù Cristo, il desiderio di farsi santa ecc. Ciò niuno può proibirvelo.

Le imbasciate de' parenti, sentitele come le campane di S. Chiara. Sì signore, rispondete loro: che preghino Dio per me, ché io prego Dio per loro, e passate avanti.

Affatto non conviene scrivere al Cardinale che vi mandi [Monsignor] Testa. Può essere che il Cardinale di nuovo si rimetta in sospetto che volete ripigliare l'impresa del Romitaggio. Più presto mandate a pregare Testa che vi favorisca una volta, e se no, si stia buono.

Io resto nella mia sedia a pregare anche per voi, e voi non vi scordate d'impetrarmi la perfetta rassegnazione.

Gesù possieda tutto il vostro cuore. Viva Gesù e Maria!

Di V. R.

Umo servo

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

Conforme ad un'antica copia.




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