611. A SUOR BRIANNA CARAFA, NEL MONASTERO DI S. MARCELLINO, IN NAPOLI.

Con Carità paterna le porge opportuni conforti.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 11 GIUGNO 1769.

La prima cosa: sappiate che, quando mi scrivete, non mi date incomodo né mi tediate, ma mi consolate.

Perché dite poi che avete perduto tutto, che l'avete sgarrata e simili parole? Niente è vero di ciò; tirate avanti, ché andate bene.

Quanto mi piace il sentire che state povera! Io desidererei, per lo male che vi voglio, che andaste cercando l'elemosina per lo monastero.

Gesù Cristo vi ha tolto il Padre spirituale, ma esso non vi abbandona; ed assicuratevi che ora vi vuole più bene di prima, quando vi consolava.

Per le parole poi che vi dice la Badessa, niente vi sturbate, perché è certo ch'ella vi ama. Dio lo permette per vostro maggior bene, acciocché viviate staccata da tutte le creature.

Non lasciate la comunione, ancorché vi vedeste dentro l'inferno; e non lasciate le vostre solite orazioni e divozioni, ancorché ci patiste tedii di morte; e lasciate fare a Dio.

Voi state scontenta del vostro stato, ed io ne sto contentissimo; perché vi vedo staccata dalle creature. Non importa che il senso vi stia attaccato; basta che colla volontà superiore vogliate solo Dio.

Io ho cominciato ad uscir di letto ed anche ad andare in carrozza un poco la mattina, ma bisogna che io vada alla carrozza sulle braccia degli altri.

Pregate Gesù Cristo che mi faccia fare la sua volontà; altro non voglio.

Io non lascio di pregare per voi ogni mattina alla comunione. Vi benedico. Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

Di V, R.

Umo servo

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

Conforme ad un'antica copia.