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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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638. AL P. D. STEFANO LONGOBARDI, DE' PII OPERAI.

Domanda se, tra i P. Pii Operai, si usi celebrare nelle stanze degl'infermi in virtù dei privilegi.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 19 MARZO 1770.

Vengo, con questa mia, supplicare V. P. Rma affinché si degni

darmi distinta notizia se, in vigore del privilegio concesso da Benedetto XIII al Preposito Generale della sua Congregazione de' PP. Pii Operai, (con cui ne' privilegi comunica la mia minima Congregazione) di poter erigere oratori ad rem divinam faciendam in domibus urbanis et suburbanis ac Congregationis aedibus, sempre per sollievo degli infermi che stanno a letto, possa celebrarsi la messa nelle celle de' medesimi soggetti infermi.

Nella mia Congregazione, vi è chi dice potersi ciò fare, e vi sono altri che affatto lo negano; e sostengono che il Rettore Maggiore possa solamente erigere oratori fissi in un luogo determinato nelle case della Congregazione: ed a questi ultimi io ancora aderisco.

Ma perché, nella detta mia Congregazione, vi è chi dice che i PP. Pii Operarî hanno detto per lo passato, e dicono al presente la s. messa nelle stanze de' Padri o Fratelli infermi, perciò io prego V. P. Rma a darmene distinto ragguaglio, dichiarandomi se vi è stato, o vi è qualche Padre della di lei Congregazione, il quale ha detto, o dice ne' tempi presenti la messa nella stanza di qualche soggetto infermo, e di più con qual motivo lo ha fatto per lo passato, o lo pratica nel tempo presente

La ringrazio poi caldamente de' due tomi del P. Sabbatini, che si degnò improntarmi [prestarmi], quali non però spero esserle pervenuti nelle mani a quest'ora.

E vivendo sicuro de' di lei pregiati favori, resto, baciandole le sacre mani, raccomandandomi alle sue fervorose orazioni e raffermandomi per sempre

Di V. P. Rma Devmo ed obblmo servitore vero,

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




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