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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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648. AI PADRI E FRATELLI DELLA CONGREGAZIONE DEL SS. REDENTORE.

Prendendo motivo dalle accuse fatte contro la Congregazione, raccomanda fortemente la regolare osservanza, l'esercizio delle sante virtù, ed ordina preghiere.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

[ARIENZO] 30 SETTEMBRE 1770.

Fratelli in Gesù Cristo dilettissimi.

Penso che già sapete la gran tempesta che sta passando la Congregazione, per causa delle accuse che han portate i contrari contra di noi presso la Maestà del re.

Io non temo delle accuse, perché so che in ciò siamo innocenti; ma temo del poco spirito che ci è, al presente, in alcuni nostri Fratelli.

Non si ama la povertà, come le nostre case avessero le rendite dei PP. Certosini; quando è un miracolo della divina Provvidenza che ciascuno abbia a tavola semplice pane per saziarsi. Ben sapete le miserie d'ogni casa. Poco si ama l'obbedienza; poco si ama la carità; sento che da alcuni si va mormorando, or dell'uno or dell'altro.

Quello che più mi ha ferito è stato il sentire che alcuni Fratelli han preteso di esser preferiti a predicare. Oh Dio mio! come Dio ci vuole aiutare, quando ci è la superbia? Questo difetto non l'avevo inteso ancora. Pretendere di predicare! Ma che profitto possono fare le prediche di quel soggetto che predica, perché esso ha preteso di predicare?

Per carità, per carità, non mi fate sentire più tali cose! Questo è un difetto per cui merita il soggetto di esser cacciato dalla Congregazione, o almeno di esser messo eternamente a pontone, sicché non se gli faccia aprir più la bocca.

Per carità, stiamo uniti con Dio; non gli diamo disgusto, perché noi non abbiamo per noi altro che Dio; ma Dio, se seguitiamo a far così, ci abbandonerà e distruggerà la Congregazione, ed io molto ne temo, se non ci emendiamo.


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Ognuno pensi a sé e cerchi di emendarsi. E a chi non piace la Congregazione e l'osservanza, che se ne vada con Dio. Io sto molto contento di quei Fratelli che se ne sono usciti; perché le pecore infette infettano le altre. Non importa che restiamo pochi; Dio non vuole che siamo molti, ma che siano buoni e santi.

Torno a dire: ora la tempesta è grande; ognuno raccomandi a Dio la Congregazione, e nella comunità si dicano tre litanie il giorno, con tre De profundis. Abbiamo bisogno di orazioni, e solamente la Madonna ci può aiutare. Ma le orazioni poco serviranno, se non leviamo i difetti.

Io per me ho finito: in questa età decrepita, e cionco dentro del letto, che voglio fare? Voi, figli miei, avete da mantenere la Congregazione; e state sicuri che, se ci portiamo bene, Dio sempre ci assisterà; e quanto siamo più poveri, più disprezzati e più perseguitati, faremo maggior bene, e maggior sarà il premio che Gesù Cristo ci darà in cielo.

Benedico tutti uno per uno, e prego che vi riempia ciascuno del suo santo amore. Ognuno preghi ogni giorno per me, mentre io più volte il giorno lo fo per ciascuno di voi, figli e fratelli miei.

Gesù e Maria vi benedicano!

Fratello ALFONSO MARIA del SS. Redentore.

[P. S.] Fate senza meno che tutte le rendite delle case passino per mano dell'economo secolare destinato.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma




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