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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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658. AL P. D. ANGELO MAIONE, IN NAPOLI.

Si rallegra del buon andamento della causa e gli parla di altri affari della Congregazione.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 23 APRILE 1771.

Noi ringraziamo Dio del dispaccio, perché se andava la causa alla Giunta [degli abusi] erano guai.

Mando la copia del ricorso da me fatto, ché per grazia di Dio ne tengo la copia intiera. Mi dispiace poi da una parte che vi trovate in missione.

Ma, D. Angelo mio, io ho assegnati 120 ducati, l'anno, sopra le rendite del Collegio [de' Dottori]1 al P. Vicario, appunto per somministrare quel che bisogna per le spese che occorrono per la Congregazione. Onde in vece di riccorrere a me, sempre che bisogna, ricorrete a lui; e non occorre di ricorrere più a me.

Io sperava che il Collegio rendesse, come mi aveano detto, da 300 ducati l'anno o almeno 250; ma fatto il conto, appena


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rende 200 ducati incirca, ed io mi trovo in bisogno, perché ho presi danari dal vescovado, e sarebbe lungo di scrivere i bisogni che ho, tantoché mi bisognerà pigliare danari all'imprestito.

Se occorre qualche spesa presente, potete farvi dare qualche cosa ora da Fr. Francesco [Tartaglione] a conto dei 10 ducati il mese che ho assegnati al Vicario. E torno a dire, non occorre più venire a me per danari.

Circa il territorio d'Iliceto, ho saputo già ch'è picciola cosa, e perciò vedete di accomodarla come meglio si può, mentr'io in tutto mi sono rimesso, come gli ho scritto, al Principe di Castellaneta, secondo stima nella sua coscienza.

Torno a dire, ringraziamo il Signore del dispaccio. signore, è buono di avere questa copia legalizzata; ma temo che ci vogliano danari assai a tempo lungo, perché mi pare che ci voglia un'altro dispaccio per questa copia. All'incontro, quando il dispaccio è uscito, e teniamo già notata la data del dispaccio, non ci è paura: perché i dispacci stanno tutti registrati; onde basta sapere la data del dispaccio acciocché non sia perduta la memoria. La data è del 13 Aprile 1771.

Mando la risposta a Maria Celeste.

La benedico e resto

Fratello ALFONSO MARIA.

Conforme all'originale che si conserva nell'archivio del nostro collegio di Pagani.




1 Ved. Lett. 644, Vol. Il. pag. 151.




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