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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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667. AL P. D. ANDREA VILLANI.

Paterna sollecitudine per Conservare ad un Congregato la grazia della vocazione.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 10 GIUGNO 1771.

Ho letto solo la vostra per quel nostro Fratello, di cui mi

scrivete.

Mi sarebbe dispiaciuto se se ne fosse uscito [dalla Congregazione], perché è un buon giovine. Se esso mi scrive, io gli risponderò con tutta la carità e gli darò animo.

Frattanto V. R. gli può scrivere (se le pare) che mi ha scritto, e che lui non dubiti di me, ch'io lo stimerò come prima, e forse più di prima, e terrò segreta la cosa.

La benedico e resto

Fratello ALFONSO MARIA.

[P. 5.] Dopo scritta questa, ho ricevuta la lettera del consaputo Padre. Io gli risponderò, come ho detto, con tutta la carità; ma V. R. mi avvisi dove ora si trova il detto Padre, se a Nocera o in altra casa.

Ho pensato meglio: la lettera a Mazarelli la mando a V. R., e V. R. gliela mandi dove sta.1

Conforme all'originale che si conserva nell'archivio del nostro collegio di Pagani.




1 La lettera del Santo riuscì inutile, poiché il P. Epifanio Mazarelli, dopo dodici anni di professione, si licenziò dall'Istituto.




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