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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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703. AL P. D. PIETRO PAOLO BLASUCCI, IN NAPOLI.

Accenna il da fare per sostener la dimora dei nostri Padri in Sicilia.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 15 NOVEMBRE 1772.

Sia sempre lodato e ringraziato Gesù Cristo della buona via che ha preso l'affare!

Con queste notizie, che non è vera la consulta de' tre ministri contro di noi, tanto più che dalla Giunta di Palermo hanno avuto l'incarico d'informarsi delle rendite, e la consulta ne ha cercato l'informo al Vescovo, mi pare che non ci sia affatto che temere per ora. Onde non si pensi alla supplica.

Per l'accusa della dottrina,1 non è cosa da farne caso.

Ho letto il biglietto, dove mi piace leggere volere il Re che si prenda l'informo da Mgr Lanza.

Pertanto scrivete a Mgr Lanza che metta bene in chiaro il punto delle rendite delle 100 once lasciate (dice il biglietto del segretario della Giunta) da Mgr Gioeni; ma mi pare che erra, perché queste furon lasciate da Mgr Lucchesi e donate non già ai missionarî, ma alla casa pia fondata da Gioeni,2 oltre delle rendite lasciate da Gioeni, col peso di somministrare due tarì siciliani per ciascuno dei missionarî, solo per quel tempo che avessero fatte le missioni per i paesi della diocesi, tutte a loro spese.

Così metta ancora in chiaro il legato delle once annue 34 per le missioni da farsi dai Cappuccini, che han rinunziato al detto legato, il quale poi da Mgr Lucchesi è stato assegnato anche per sussidio delle missioni.


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Metta di più in chiaro quella cosa che si dice nel biglietto, che Mgr Lucchesi abbia cacciati i poveri artisti per dar tutto a' Padri di Mgr Liguori. Questo anche è un punto di molto peso per la Corte.

Nel biglietto poi, affatto non sento nominaredottrina, né casa propria: onde non avendo il Vescovo incombenza di informare sovra questi due altri punti, io penserei esser meglio che li tacesse per non mettere acqua a cuocere.

Mi scrive il canonico Puoti,1 essere stati fatti della Giunta Mgr Testa e Mgr Caracciolo : onde informatevi, perché bisogna informare Mgr Caracciolo; e perciò vi mando la lettera mia, acciocché vi senta; ed informate di nuovo Mgr Testa e Mgr Sanseverino di quello che ci è. E sarebbe bene ancora informare gli altri della Giunta; almeno bisogna informare Patrizio e D. Gennaro di Ferdinando.

Credo poi che V. R. non potrà partirsi da Napoli, finché non sia dato qualche sesto all'affare. Ma in questo tempo, quando non ci è che fare, se ne venga a star qui. Almeno prima di andare in Sicilia, voglio che stia qui per quindici giorni, o almeno per otto o dieci, per mia consolazione.

Pensi poi (giacché il P. [D. Sebastiano] de Jacobis difficilmente può tornare in Girgenti fra poco tempo) pensi, dico, se conviene portarsi in Sicilia due altri giovani [Padri] per aiuto, e per mandarli almeno a qualche altra diocesi, secondo le più richieste che ne abbiamo avute.

Mi raccomandi alla messa, e la benedico.

Avvisi almeno in breve delle cose correnti il Padre Vicario Villani.

Fratello ALFONSO MARIA.

Conforme all'originale che si conserva in Viterbo dal Sig. Carlo Scierra.

 




1 Un certo Cannella, prete siciliano, accusava i nostri di tenere dottrine lasse in teologia morale.



2 Il vescovo di Girgenti, Mgr Gioeni, predecessore di Mgr Lucchesi, avea fabbricata per i Padri della Missione una casa detta degli esercizî; questi però non ne presero mai possesso.

1 Il canonico Francesco Paolo Puoti, fratello dell'arcivescovo di Amalfi.




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