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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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719. AL P. D. DIODATO CRISCUOLI, NELLA CASA DI CIORANI.

Lo prega di accettare un officio.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

[ARIENZO, LUGLIO 1773]

Don Diodato mio, mi ha dato gran pena il sentire che V. R. ha fatta tanta ripugnanza in esercitare l'ufficio di ministro in Ciorani, cosa concertata tra me ed il P. D. Andrea [Villani]; e quel che più mi ha ferito fu di sentire che si è consigliata, e che l'è stato detto che in ciò non è tenuta di ubbidire.

Solo in materia di peccato, non è tenuto ad ubbidire chi ha fatto voto d'ubbidienza.

Mi rallegro che nella Congregazione ci sono questi saggi consultori!

Io non voglio obbligarla a prendere questo ufficio; ma la prego per amore della Madonna ad accettarlo. Mi dia questo gusto; altrimenti io non l'appletterò, ma resterei rammaricato; mentre so che la persona sua può molto giovare a quella casa per metterla in sistema, essendo stata per molto tempo sconcertata.

Ora V. R., col [nuovo Rettore il P. D. Bartolomeo] Corrado, potrebbero mettere in piedi l'osservanza, il che è una cosa di molta gloria di Dio.

La prego a fare un poco di orazione avanti al Sacramento, ché certamente Gesù Cristo le farà mutar pensiero.


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E le avviso che se V. R. resta duro in non volermi dar questo gusto, le resterà un rammarico continuo per l'avvenire.

Del resto torno a dire: non voglio applettarla; ma replico: mi dia questo gusto, che Gesù Cristo glielo renderà.

Fratello ALFONSO MARIA.

Conforme ad un'antica copia.




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