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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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822. AL SACERDOTE D. VINCENZO DI MAIO, PROFESSORE ALL'UNIVERSITÀ DI NAPOLI.

Lo prega a volersi impegnare in favore della perseguitata Congregazione, specialmente col procurarle sempre meglio il favore di un tal personaggio, già ben disposto.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe !

NOCERA, LI 5 MAGGIO 1776.

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

IL P D. Angelo Maione, mio compagno nell'Adunanza del SSmo Redentore, mi ha data contezza di V. S. Illma, ed insieme della sua pietà, della sua dottrina ed anche del suo zelo in aiutare le anime.

Onde avrei desiderato venire di persona ad ossequiarla, e dedicarle la mia servitù; ma le infermità che mi tengono attratto ed abbandonato sovra una sedia, unite alla mia età cadente, non me lo permettono.

Onde ho pensato con questa mia di raccomandarmi alle sue orazioni e di pregarla insieme di aiutarci con qualche buona parola, nelle occasioni, col Sig. canonico Simioli, che tanto stima la sua persona.

Già sa V. S. Illma il pericolo in cui ci troviamo, di vederci scacciati da tutte le nostre case e vedere dismessa l'Opera delle nostre missioni, per l'impegno del barone de' Ciorani D. Niccola Sarnelli, il quale, per acquistare una certa vigna, lasciata a noi da un suo fratello per mantenimento di una delle nostre case sita nella terra di Ciorani, non potendo per altra via, ci ha accusato presso il Re N. S. di alcune sognate trasgressioni


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al dispaccio del Re Cattolico, che ci assegnò quattro case in Regno per convivere e far le missioni.

Io volentieri avrei rinunziato al Sig. Barone quella vigna pretesa; ma non ho potuto, perché la vigna oggi non è nostra, ma è del Re, come sovrano dispositore delle opere pubbliche; il quale, sovra quella vigna, ci ha assegnato un certo sussidio per vivere.

So che il Signor canonico, per sua bontà, ci compatisce e ci favorisce: onde io avrei voluto ringraziarlo specialmente con lettera; ma sapendo quanto egli sta continuamente occupato, non ho voluto infastidirlo. Ma prego V. S. Illma a ringraziarlo da parte mia con modo particolare, e prego V. S. Illma (come ho detto) ad infervorarlo ad aiutarci in quel che può; mentre egli può molto aiutarci nel presente stato di cose.

Di più, sappia V. S. Illma ch'io ed i miei compagni siamo stati tacciati, da alcuni, di seguaci dei probabilisti e di seguaci dei Gesuiti; e tra le altre cose, han detto che tra noi non si studia, e perciò siamo una massa d'ignoranti.

Ma ciò non è vero. Volesse Dio che tutte le religioni facessero gli studi così ordinati, come li fanno i nostri giovani! Essi oltre della lingua latina e rettorica, studiano per due anni la filosofia, per due altri anni la teologia scolastica, e due altri anni la morale.

Noi poi non seguitiamo la dottrina de' Gesuiti, né nella Scolastica, né nella Morale; perché non siamo probabilisti, ma veri probabilioristi. E perciò per disingannare la gente, ho dovuto cacciar fuori un piccolo manifesto del sistema1 che teniamo; di cui ne includo qui una copia, e prego V. S. Illma di farla leggere al Sig. canonico.

Ma sopra tutto la prego a raccomandarci a Gesù Cristo; acciocché ne faccia uscir salvi in questa tempesta che passiamo, di vedere dismessa la nostra Opera, ch'è stata sinora utile per tutto


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questo Regno a beneficio della povera gente della campagna; mentre noi andiamo girando per le montagne, per le pagliaia e per i paesi più derelitti di aiuti spirituali.

Perdoni il tedio che le ho dato con questa mia, e mi comandi s'io vaglio a niente; mentre con tutto l'ossequio resto professandomi

Di V. S. Illma

Devmo ed obblmo servo vero

ALFONSO MARIA de Liguori, vescovo.

Conforme all'originale che si trova presso Sua Eminenza il Cardinale Guglielmo Sanfelice, arcivescovo di Napoli.




1 Verisimilmente l'opusculo pubblicato l'anno 1774 contro l'abate Magli sotto il titolo: Dichiarazione del sistema che tiene l'autore intorno alla regola delle azioni morali.




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