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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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875. AL MEDESIMO.

Scrive di molte cose riguardanti le due case della diocesi di Veroli, e dà la ragione del grand'interesse che ha per queste.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 9 OTTOBRE 1717.

Io non mi ricordo d'avere scritto al P. Costanzo.

Seguitate a trattarlo con dolcezza, ed offerite a Dio i dissapori.

Mando il P. Mascia insieme col P. Landi, ma Mascia non resterà costà: servirà solo per le missioni che costà si fanno in Regno.

Qui non vi è alcuno che vuol venire alla Romagna, ed io non posso forzarli, per fuggire qualche accusa.1

Sento che, per il padronato, desiderate far qualche aggiustamento. Anch'io v'inclino con Monsignor di Veroli, ma non si ceda quel piccolo territorio che va annesso col padronato; mentre costà non si trova un palmo di terra a comprare.

Potrebbe darsi alla parte tutto il danaro che bisogna per la lite, e qualche cosa di più; ma bisogna che la parte cerchi l'aggiustamento, altrimenti si metterà in gran pretensione. Lasciate che da lei venga la richiesta, e frattanto fate sentire che state pronto per far terminar la lite. Basta, non concludete nulla, prima di avvisarmi.

Aspetto l'espresso e la minuta con Campanaro per lo terreno di Araldi; giacché quello di Bagnara,2 Campanaro lo vuole per sé.

Per le missioni, ho scritto tutto nella lettera che vi porta il P. Landi.

Avvisatemi quante sono le missioni, richieste dal vescovo d'Aquino, e voglio sapere il numero [di abitanti] di ogni paese

 


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per cui sta cercata la missione, per regolarmi circa i Padri che ho da mandare da Napoli, in aiuto di coteste missioni in Regno.

Circa la fondazione di Frosinone, sto quieto secondo ciò che mi avete scritto.

Mi consolo che il P. Leggio si sia riavuto. Sento che il fratello abbia forse già data supplica al Re per il suo ritorno. Se viene qualche ordine, ha da venire in mano mia, ed allora l'intenderemo insieme. Frattanto, sarebbe bene che gli scrivesse che non lo tormenti più. Se il fratello di nuovo mi scriverà, risponderò sempre che se l'intenda con esso.

Non mi avvisate niente di quel che si è fatto o sta per farsi della fabbrica. Frattanto sento che il debito è giunto a 450 scudi, viene a dire 500 e più ducati.

Volesse Dio che tutta la mia pensione potessi mandarla a voi altri! Ma qui sto alla casa di Nocera, dove non ci è niente. Ultimamente ho dovuto dare ducati 92 per le provviste, oltre poi le spese della carrozza, servitori, ed altre che bisognano per gli avvocati che vengono qui a villeggiatura.

Del resto, non dubitate che quel che posso buscare, ve lo mando.

Frattanto ringrazio, e ringraziate sommamente ancora da parte mia, il Sig. Buonpiani di tante carità che ci fa.

Con esso poi procurerete di andare scontando il debito, come meglio potete, secondo le somme che ho mandate e manderò, se Dio mi vita.

Io ho mandato a chiamare il P. Grossi; perché venne qui il suo padre furibondo che voleva il figlio: altrimenti sarebbe ricorso.

Pregate il Signore che, in mezzo a tanti lòtani e contrasti, io non perda affatto la testa.

Benedico V. R. e tutti gli altri, uno per uno.

Di V. R.

Fratello ALFONSO MARIA.

[P. S.] Torno a dire, ora che vi sono tanti intrighi, non lasciate di scrivermi ogni settimana.


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Circa le ordinazioni, non fate alcuna parte; perché ci abbiamo pensato noi.

Già sapete poi che io sostengo coteste case della Romagna per vedere posta in piedi la Regola: onde procurate, in questo resto di ottobre sino ai 10 di novembre, di far fare a' Padri nostri gli esercizî spirituali di otto giorni o almeno parte, parlando per gl'infermi.

 Ed avvisatemi poi quando possono cominciarsi le missioni; perché in alcuni luoghi non possono farsi, o per la semina o per le olive. Onde io stimo che le missioni non potranno cominciarsi se non verso la fine di novembre; e scusatevi col Vescovo, dicendo che si aspettano i Padri da Napoli.

Subito poi che torna Monsignor di Veroli, andate a domandargli se vuole qualche missione, acciocché non si disgusti appresso, se i ladri si trovano impiegati nel Regno.

Del resto, poche missioni potranno farsi in Regno per gli grandi imbarazzi che passiamo qui, per la lite e per timore di qualche nuova accusa. E pregate Dio alla messa per questa benedetta lite in Napoli, per la quale io sto molto inquieto.

Conforme ad un'antica copia.




1 Cioè qualche accusa presso il Governo per l'emigrazione di sudditi dal Regno.



2 Bagnara è un piccolo tratto di paese a due miglia di Scifelli.




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