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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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909. AL P. D. FRANCESCO ANTONIO DE PAOLA, NELLA CASA DI FROSINONE.

Si querela alquanto fortemente di non essere informato e richiesto per le cose di quel collegio, e all'uopo dà ordini abbastanza severi.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 19 FEBBRAIO 1779.

Dopo avere scritto al P. Leggio che le cose di Frosinone mi si avvisano scorza scorza, senza farmi saper niente, stasera ricevo una nuova notizia per via del P. Ficocelli, cioè che


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l'accomodo si farà anche per mano di Mgr di Veroli; ma all'uso antico, senza spiegarmi niente di ciò che si faceva e di ciò che aveva pensato detto Mgr di Veroli: sicché sono restato all'oscuro, come prima.

V. R. termina dicendo: lasciate fare a me.

Io non mai vi ho impedito di fare; ma non mai ho inteso [che facciate] le cose della Congregazione, senza farmene inteso.

Per grazia di Dio, non sono morto ancora, né ho perduto il cervello; all'incontro, sono stato avvocato, sono stato vescovo: e tali affari, ho dovuto trattarli più volte. Perché ora, trovandomi Rettor Maggiore, non ho da esserne fatto inteso?

Per carità, scrivetemi quel che si fa e quel che si tratta, e con chi. Da vescovo e da avvocato, ho dati mille consigli; ma ora, secondo il vostro sentimento, sono diventato inabile a tutto.

Ma finiamola: da oggi innanzi, circa la causa della chiesa di Frosinone, io voglio essere fatto inteso di tutto ciò che si sta facendo.

Sinora io sono stato all'oscuro, ed in fine ho inteso: si è perduta la cappellania; si son perdute le robe; si è perduta anche la chiesa. Non vorrei avere un'altra simile bella notizia.

Ditemi con chi avete incominciato a trattare l'accomodo; che cosa si tratta; che cosa ha pensato il vescovo di Veroli. Fatemi saper tutto, e poi vi rispondo.

Si tratta che, dopo tante domande, ricevei lo scritto dell'avvocato Massei, e poi da qui se l'han tornato a pigliare.

Sia sempre benedetto Dio, che mi vuole così mortificare!

Vi benedico e resto

Di V. R.

Fratello ALFONSO MARIA.

[P. S.] Sento, per la stessa via del P. Ficocelli, che volete da Napoli molti Padri designati. Si manderanno quelli che possono venire. Mi dispiace che ora non tengo danari, neppure per lo viaggio a Roma.

In somma, non vi è stata forse casa, che mi ha dato maggior pena che la casa di Frosinone. Sempre sia benedetto Dio!


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Sto inteso per li due Padri che devono venire costà; ma quando sarà tempo, mandate due cavalcature qui per li Padri che devono venire, stante che io non ho danari per affittare il calesso: onde appena potrò pagare un calesso.

Il P. Cimino non può venire, perché deve andare alla patria sua.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




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