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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
922. AL P. D. STEFANO LIGUORI, NELLA CASA DI CIORANI.
Torna sull'argomento medesimo, lamentandosi della poca docilità mostrata in tale bisogna, e pregandolo a volersi adoperare per restituire la piena concordia degli animi.
Ho ricevuto la vostra, dalla quale scorgo che cotesti Sig. Fratelli de' Ciorani conservano molto poco riguardo verso di me e delle mie lettere.
Prego Dio che li faccia santi; ma non mi pare che ne prendano la via, con far tanto poca stima del Superiore, costituito sopra tutte le case di Napoli. Io spero alla Madonna che li faccia ravvedere.
Benedico con modo speciale V. R. che in questo fatto mi ha usata ubbidienza.
Qual maggior sicurezza poteva io procurare che assicurarmi del consiglio dei periti e di tutti i Consultori?
Vedo che il demonio ha cacciate le corna, e fa operare alcuni per passione e per impegno; al quale impegno io non sono entrato: mentre a principio io, non bene informato, stimai che si potesse diroccare la cupola.
Prego V. R. a metter qualche buona parola, per rimettere in buon'armonia le cose di cotesta casa, secondo la volontà anche del Re nostro Signore, il quale mi ha costituito ed ora dichiarato anche Rettore Maggiore, come leggerà nell'ultimo dispaccio. E la benedico.
V. R. faccia leggere e sentire a' compagni la copia di questo dispaccio che mi ha mandato il Re, che Dio guardi!
Fratello ALFONSO MARIA, Rettore Maggiore.
Conforme ad un'antica copia.