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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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923. AI PADRI DELLA CONGREGAZIONE, NELLE CASE DEL REGNO DI NAPOLI.

Raccomanda l'opera della Crociata, ricordando loro l'incarico avutone di promuoverla.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

[NOCERA DE PAGANI, 8 NOVEMBRE 1779]

Alfonso Maria de' Liguori, per grazia di Dio e della S. Sede Apostolica Vescovo, Rettore Maggiore de' sacerdoti missionarî della Congregazione del SSmo Redentore. Con sommo ed inesplicabile giubilo del nostro cuore, ci è capitato per la posta un venerato real dispaccio, spedito per la prima segreteria di Stato, col quale si è compiaciuta la Maestà del Re N.S. incaricarci, con espresso comando, che ci fossimo adoperati di far promuovere e sostenere con zelo da tutti voi, miei Confratelli, la grand'opera della S. Crociata, voluta dalla M. S. in questo Regno, per li motivi accennati nello


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stesso real dispaccio che, per vostro regolamento e governo, passiamo alla vostra notizia. Egli è del tenor seguente:

"Illmo e Revmo Signore.- Avendo in considerazione il Re le incessanti fatiche di cotesti missionarî del SS. Redentore per istruire i popoli ed indurgli agli atti della vera pietà e religione, e la santa premura colla quale spargono da per tutto i principi della sana Morale, relativi a' doveri di un buon cittadino e di un buon cristiano, si è determinata la M. S. a volere che l'opera della Crociata, la quale non è ad altro ordinata che alla salute delle anime de' Fedeli e al maggior vantaggio dello Stato, sia promossa e sostenuta dallo zelo di cotesti missionarî: quindi vuole che V. S. Illma, qual Fondatore e Rettore Maggiore delli medesimi, dia loro al nome del Re un espresso incarico che, per ogni luogo dove faranno le missioni, spiegassero, quanto più frequentemente potranno, le indulgenze e le altre grazie ottenute nella detta Bolla; annunziando nel tempo istesso, a' fedeli vassalli della M. S., lo bisogno che ha la nostra marina di un indispensabile sussidio, per ripulsare le continue aggressioni che fanno i Maomettani, con danno considerabile della Religione e dello Stato.

"E perché è intendimento del Sovrano, che cotesti missionarî non impiegassero il loro zelo soltanto per la predicazione della Bolla, ma pure per la distribuzione: perciò vuole che V. S. Illma, al ricapito del presente, avvisi il numero delle Bolle, che crederà potersi distribuire dalli suoi missionarî; e nel tempo opportuno, le saranno costì trasmesse dal regio depositario della Crociata, D. Salvatore Carì.

"Mi ha ordinato finalmente la M. S. manifestare a V. S. Illma e Rma che, a corrispondenza dell'esito felice che avranno le fatiche di cotesti "missionarî, non lascerà di dare li convenienti segni del suo real gradimento. Partecipo tutto ciò nel real nome a V. S. Illma per sua intelligenza e per lo adempimento.- Caserta 22 ottobre 1779.- Il marchese "della Sambuca."

Con questo real incarico, voi già vedete, Fratelli miei carissimi, che il nostro piissimo e religiosissimo Monarca altro non c'inculca e comanda, che l'adempimento del fine del nostro Istituto. Egli è stato sempre ed è d'istruire i popoli ne' propri doveri verso del Sommo Iddio, del Principe, del prossimo e loro stessi: questo bramato fine non può meglio ottenersi che col promuovere la lodevolissima opera che si ha prefisso il nostro augusto Sovrano, col chiedere, dal regnante Sommo Pontefice Pio VI, la S. Crociata per questo Regno; poiché con quelle


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tenui e volontarie prestazioni, che a titolo di limosina si depongono annualmente da' popoli nelle di lui regali mani, per aumentare le forze marittime (le quali servono ad impedire i progressi degli Infedeli, congiurati ad infestare tutto i lidi de' nostri mari), si sostiene l'onore della nostra santa Religione, tenendo lontani i Fedeli, nostri Fratelli, dal pericolo della sovversione; si procura la pace e la tranquillità dello Stato; si mette in salvo la roba, la libertà e la vita di tanti nostri concittadini; e quel ch'è più, si paga, da coloro che vi contribuiscono, la maggior parte de' debiti contratti co' propri peccati, cioè si scontano le pene temporali, da soddisfarsi o in questa vita, o nell'altra nel Purgatorio, con i meriti sovrabbondanti di Gesù Cristo Redentore nostro, della S. Vergine, nostra cara Madre, e degli altri Santi del cielo, riposti nel tesoro inesausto di S. Chiesa a disposizione del Romano Pontefice: val quanto dire, che si acquista un immenso capitale di indulgenze, applicabili o a pro de' vivi per modo d'assoluzione, o a pro de' morti per modo di suffragio; oltre i tanti altri privilegi che si godono da' medesimi, e sono contenuti nel sommario della Bolla che ciascheduno riceve.

Un'opera adunque di tanta pietà, che ha per oggetto principale l'interesse della Religione e 'l bene pubblico dello Stato, oltre gli altri vantaggi di già espressati, non merita di essere guardata con occhio indifferente, ma dee con ogni sforzo promuoversi da chi, per disimpegno del proprio ministero, è tenuto a zelar l'onor di Dio e procurare l'utile dello Stato istesso, ed a fomentare la carità Cristiana verso il prossimo; e molto più, quando è incaricata dal proprio Principe con ordine espresso.

Per lo che dovete voi, Fratelli miei dilettissimi, impegnarvi per tutti questi rapporti a dilatare, quanto più potete, l'enunciata opera per tutte le provincie di questo nostro Regno, in occasione delle sante missioni, alle quali sarete invitati da' vescovi per annunciare la divina parola alle popolazioni affidate alla di loro cura: non contentandovi di pubblicare semplicemente


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ed esporre i capi della Bolla di essa Crociata; ma dovete minutamente insinuare a' Fedeli i motivi e le circostanze cotanto ragionevoli, che hanno indotta la M. S. a procurarci un beneficio così straordinario, e far loro intendere l'utile pubblico e privato che si ritrae dal ricevere il sommario della Bolla della S. Crociata.

Perciò vogliamo, e nel real nome ordiniamo a tutti i Superiori delle nostre case e delle missioni, che, in congiuntura di queste e negli esercizî spirituali, così pubblici de' popoli che privati di qualsivoglia ceto di persone, che si daranno nelle proprie case, facciano spiegare in forma di catechismo, quanto più frequentemente si potrà, i motivi della carità cristiana che obbligano ciascheduno a contribuire all'indispensabile sussidio per l'aumento delle forze marittime; le cattoliche verità intorno alla materia delle sacre indulgenze, e gli altri privilegi e grazie contenuti nella Pontificia concessione della S. Crociata, con persuadere tutti, che non può altrimenti esercitarsi un'opera di tanta pietà cristiana, né lucrarsi le suddette indulgenze, o godersi gli accennati privilegi e grazie, se non con pigliarsi ognuno, anno per anno, il sommario della Bolla della S. Crociata che si distribuisce. Ben inteso però che, quantunque si prenda il detto sommario in qualche tempo dell'anno antecedente a quello che in esso è segnato, ad ogni modo le indulgenze, grazie e privilegi che vi si contengono, cominciano a godersi da una all'altra domenica Settuagesima.

Vogliamo ancora che si spieghino tutte le cose suddette nelle nostre chiese, ove si fanno i sermoni in tutte le domeniche e sabati dell'anno. E non solo il catechista, ma anche il predicatore, vogliamo espressamente che nelle missioni insinui a' Fedeli, da tempo in tempo, e raccomandi loro questa pia opera.

Ma ciò non basta. L'insinuazione suole d'ordinario riuscire più efficace, quando si fa a quattr'occhi. Quindi incarichiamo a tutti i confessori della nostra Congregazione che insinuino a tutte e qualsivogliano persone, delle quali udiranno le sagra


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mentali confessioni, di avvalersi di questo singolar beneficio, senza imponerglielo però per obbligo o precetto.

A qual effetto vogliamo, e nel real nome loro ordiniamo, che si riceva ognuno dal Superiore delle missioni tante Bolle, quante ne potrà distribuire; e le dispensi con riscuoterne prontuariamente le prestazioni, stabilite nelle istruzioni stampate, a proporzione dello stato delle persone, dall'Ecc. e Rmo attuale Arcivescovo napolitano, Commessario generale della Crociata in questo Regno; e che dia conto al Superiore istesso del danaro esatto, con restituirgli quelle Bolle che non avrà smaltite. Il Superiore poi delle missioni, vogliamo che invigili e procuri di far esattamente osservare quanto viene, nelle sopra citate istruzioni, ordinato circa la distribuzione delle dette Bolle, e dia minuto conto di tutto al Superiore locale.

I Superiori delle case finalmente dovranno dare a noi il conto generale, in ogni anno, così dell'esazione fatta, che delle Bolle rimaste da distribuirsi, e consegnarci il danaro per rimetterlo a chi si conviene.

Noi sappiamo per esperienza, Fratelli in Gesù Cristo, la vostra prontezza nell'eseguire ogni minimo nostro cenno, che tende alla gloria di Dio ed alla salute delle anime; maggiormente ci compromettiamo che darete pronta esecuzione a quel che fin qui vi abbiamo prescritto, ora che tutto è avvalorato dagli ordini sovrani. Non avete certamente bisogno d'altro sprono.

A noi, che per la decrepita età e continue malattie non possiamo coadiuvarvi in questa grande impresa, altro non resta che implorarvi dal cielo gli aiuti necessari, e pregare di continuo il Signore che benedichi le vostre apostoliche fatiche.

La Maestà del Re N.S. si è degnata approvare, quanto da noi si è sopra disposto. Ed affinché sia anche a voi nota tal sovrana approvazione, di buon grado vi partecipiamo l'altro real dispaccio che a tal proposito ci è nuovamente pervenuto. Egli è il seguente.


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"lllmo e Revmo Signore. -In vista di quanto ha rapportato V. S. Illma e Rma con sua carta delli 10 del corrente, mi ha ordinato la M. S. manifestarle che è restata pienamente soddisfatta della di lei sollecita attenzione per la santa opera della Crociata, e che con suo gradimento ha approvata l'acchiusami circolare che V. S. Illma e Rma ha disposto, per diriggerla ai Superiori delle quattro case che tiene in Regno cotesta Congregazione.

Caserta, 17 novembre 1779. -Il marchese della Sambuca."

ALFONSO MARIA DE' LIGUORI Rettore Maggiore.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




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