- VOLUME II
- 945. AL P. D. GASPARO CAIONE, RETTORE DELLA CASA DI BENEVENTO.
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945. AL P. D.
GASPARO CAIONE, RETTORE DELLA CASA DI BENEVENTO.
Di quali facoltà vuole che sieno forniti i Padri, eletti a
intervenire all'Assemblea generale.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
NOCERA, 25 APRILE 1780,
Qui si lamentano che avete data
la facoltà, ai due eletti, di consigliare, ma non di giudicare.
Io però sempre ho scritto che
mandiate li due soggetti, non a consigliare, ma a decidere i dubbi.
Del resto, tutti noi dell'Assemblea solo possiamo consigliare; solo il
Re deve giudicare1; ma giacché questi nostri vogliono che loro diate la
facoltà di giudicare, datela per quietarli.
Benedico V. R. e tutti.
Di V. R.
Fratello ALFONSO MARIA,
Rettore Maggiore.
Conforme all'originale
che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.
1 Il Santo diceva così, non perché
riconoscesse nel Re alcuna potestà legittima in tali faccende, di tutta
competenza dell'autorità apostolica: ché tutti sanno che cosa egli pensasse del
regalismo; ma parlava del fatto, che pur troppo gravava sulla Congregazione, e
che in tutti modi cercava di rendere, per quanto era possibile, meno gravoso. E
v'ha ragione a credere che il Santo in tutte le occasioni, come vedremo, in cui
si avveniva a parlare del Re e dei pretesi suoi diritti, abbondasse anzi che no
e si guardasse sempre dall'usare termini contrari, anche per la tema, in cui
era continuamente, della regia polizia e per non andare incontro a danni
peggiori.
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