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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
948. A P. FABIO BUONOPANE E P. BARTOLOMEO MATTIA CORRADDO ELETTI PER L'ASSEMBLEA.
Si adopera a distoglierli da un loro proposito, e ne adduce le ragioni, tutte di pace e di carità.
[NOCERA, FINE DI APRILE 1780.]
Fratelli miei carissimi, vi prego per quanto posso a rimuovervi dall'impresa di togliere quei due Consultori1, perché sgareremmo tutto.
È vero che alcuni non si accordano con quei due soggetti; ma spero a Dio che, coll'aiuto di Maria SSma, tutte le ruggini vadano a finire. Seguiterà l'opera come si è concertata, e Dio ne caverà la gloria sua.
All'incontro, se pigliamo di punta a rompere la pietra, temo che gli animi più si sconcertino, ed il demonio ne cavi il suo profitto.
Sento che Iddio seguita ad ispirarmi questo sentimento; il Cappellano Maggiore non ne sarà alieno, e voi dovete farvi una gran forza in persuadervi il contrario.
Essendo io il capo della Congregazione, tengo per certo che Iddio non voglia ispirarmi un sentimento falso o pregiudiziale alla Congregazione.
Vedo che l'inferno fa fracasso per seminare discordie; ma io mi sento spinto a mettervi pace; e mi pare di ottenere certamente la pace, se si seguita a tener questa via.
Scrivetemi domenica mattina qualche notizia di pace, e vi benedico.
Tannoia, nella Vita del Santo, lib. IV. cap. 21.