1001. A SUOR BRIANNA CARAFA, NEL MONASTERO DI S. MARCELLINO, IN NAPOLI.

La ringrazia d'un favore, si conduole con lei per una perdita subita, e la consiglia in un affare di grande importanza.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 20 SETTEMBRE 1781.

La parte che ha stimata V. R. meco passare, nella circostanza dell'uscita, già fissata, di cotesta mia nipote in casa della Signora duchessa, di Bovino, per indi poi monacarsi in cotesto monastero, è un effetto della bontà del suo cuore; sicché non posso fare a meno di ringraziarnela.

Sto sicuro che voglia, mediante le sue insinuazioni e saggi avvertimenti, non solo perseverare, ma crescere ancora nel desiderio di sposarsi con Gesù Cristo.

Mi spiace poi sentir la morte dell'unico suo Signor fratello.

Ella non ha bisogno de' miei avvertimenti per uniformarsi al divino volere.

Vedo benissimo che Dio la vuol purificare su questo mondo: e mi creda pure che non vi è altra strada più sicura, per fare aver compimento sopra di lei a' disegni di Dio, quanto la croce.

In tempo d'infermità corporali, la miglior mortificazione è quella che le manda Dio, quante volte si sopporta con pazienza ed allegrezza.

Circa la vocazione della sua Signora nipote, è necessario che V. R. tratti con Dio l'affare; e se ciò non ostante restasse ferma nella di lei risoluzione, altro non deve fare se non esortarla a portarsi bene e camminare col timore di Dio, nello stato che vuole abbracciare.

In fine, esibendomi anch'io in tutto ciò che mi conoscerà abile, e raccomandandomi alle sue orazioni, con vera stima mi ripeto

Di V. R. Umo servo

ALFONSO MARIA DE' LIGUORI, vescovo.

Conforme ad un'antica copia.