17. AL P. D. GASPARO CAIONE, RETTORE DELLA CASA DI CAPOSELE.

Lo prega della suddetta versione latina e gl'indica lo stile che si richiede,

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NAPOLI, 24 LUGLIO 1756.

Questa lettera è duplicata e mandata per diverse strade.

Padre D. Gasparo mio, mi scrive il mercante di Venezia [Giuseppe Remondini] che la stampa del libro corre: già sta in fine del primo tomo.

Mi scrive di più che la Pratica a' confessori deve essere latina, e la vuol presto, ed io ho molto che fare. Onde V. R. mi aiuti. Parte ne farà il P. Ferrara, e parte V. R.

Dunque cominci a tradurre non da capo, ma dal capo VIII della prudenza del confessore, che alla Pratica picciola sarà nella pagina 112; perché quel che viene a principio, lo farò parte io e parte il P. Ferrara.

Ma il punto sta che prego V. R. di tradurre collo stesso stile facile, con cui sta scritta la mia Morale.

Anzi, essendo Pratica, deve essere descritta colla maggiore facilità possibile in quanto a' termini, e senza circonlocuzione di parole.

La prego a lasciar tutto e farmi questa carità; giacché il libraro mi fa tanta premura per la fretta. Me la mandi poi copiata di buona mano; faccia i quinternuoli in- 4°, e scriva a mezza margine, acciocché io vi possa aggiungere qualche cosa che occorre.

Io fatico in Napoli per l'approvazione¹ ma trovo intoppi: faccia Dio! Fate fare una novena al popolo ed un'altra alla comunità, colla disciplina ogni sera. Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

Vi prego, subito che sarete giunto all'appendice che sta posta nel libretto in picciolo, cioè alla pagina 161, dopo il Regolamento per una religiosa subito mandatemi quel che avete fatto. Lasciate poi il resto, e traducete l'Assistenza a' moribondi nel libretto. La sollecitudine vi raccomando. Viva Gesù, Maria, Giuseppe!

Fratello ALFONSO del SS. Redentore.

Conforme all'edizione Napolitana dell'anno 1848.