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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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30. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI.

Lietissimo del compimento della terza edizione della sua Morale, per la stampa delle sue operette spirituali gliene raccomanda specialmente due; e dettogli delle ragioni onde fu mosso a comporre l'Istruzione e Pratica in volgare, prende tempo a risolvere se convenga o no tradurlo in latino.

 

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 15 APRILE 1757.

 

Illmo Sig. Sig. mio e Pne colmo.

Ho ricevuta finalmente, dopo tanto tempo, la sua stimatissima colla notizia che già è terminata l'opera e che me ne invia dodici copie; del che sommamente ne la ringrazio, e le sto aspettando con ansia.

Io all'incontro per via di Manfredonia (come già l'ho scritto in altra mia) l'ho inviata la scatoletta con tutte le mie operette spirituali, acciò ne faccia l'uso che le piace. Ma s'assicuri che, se stamperà almeno quel libro della Visita e quello della Madonna, ne farà un grande smaltimento. Lo dico per lo smaltimento che ne ho veduto qui nel regno di Napoli e della Sicilia, che tutto giorno seguitano a cercarli.

In quanto al compendio [Istruzione e Pratica] che mi scrive, io già le scrissi che perciò io mi metteva a fare questa fatica, per aiutare i confessori ignoranti, a cui puzza la lingua latina. E la fatica già l'ho fatta in lingua volgare; onde avrei da trasportare tutto quello che ho fatto. All'incontro V. S. Illma ora mi scrive che questo compendio deve essere assolutamente


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latino. Il trasporto della Pratica in latino mi è costata la fatica di sei mesi. Per questo compendio non mi basterebbe forse un'anno e mezzo; perché non s'immagini che sia così breve. Onde questa sua lettera mi ha posto in confusione. La voglio discorrere con miei compagni, e poi risolvo.

Frattanto la prego, per mia consolazione, ad avvisarmi subito che riceve le suddette mie opere spirituali, da cui non pretendo altro che la gloria di Dio.

Ma torno a dire, se stampa quella della Visita e della Madonna, ed anche l'altre, non se ne pentirà; tanto più che ora, colla stampa di questa mia Morale, è fatto più noto il nome di me miserabile; onde più facilmente si prenderanno queste altre opere.

Io non lascerò poi di fare smaltire, quanto più posso, i suoi libri della mia Morale, di cui già ne ho avute molte richieste. Spero che vengono presto per servirla, come desidera. E perciò godo che mi abbia avvisato a chi li manda, come al Sig. Stasi ed Ajello. E V. S., come ho inteso, presto ne avrà richiesta anche da altri librai di Napoli.

In quanto alli Tournely, già sento che li stampa Pezzana. Mi comandi se vaglio niente altro a servirla, e resto confirmandomi-Viva Gesù, Maria, e Giuseppe!

Di V. S. Illma Umo e divmo servitore vero

ALFONSO, della C. del SS. Redentore.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




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