61. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI.

Si consola del progresso della stampa della Morale; domanda alcuni libri e di altri accusa ricevimento; e dice come, a sua insaputa, si ristampano le sue operette, e perché egli non può impedirlo.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 12 DICEMBRE 1759.

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Mi consolo del progresso della stampa della Morale. Anche qui n'abbiamo più richieste.

Se potesse V. S. Illma mandare più Pratiche volgari di quelle in tre tometti, buono sarebbe; perché qui così le desiderano.

Ricevo poi la notizia delle 500 Istruzioni latine, mandate al Sig. Ernandez di Manfredonia, e la ringrazio delle 50 in dono, che mi serviranno per li miei giovani.

Delle altre, subito che le riceverò, ne manderò la notizia attorno. Ricevo la notizia del prezzo, e così mi regolerò.

Sì signore, qui si ristampa (non per mia incombenza, ma d'altri) la Pratica volgare; subito che uscirà, ne comprerò una copia e ce la manderò; perché a me non me ne danno copie, giacché non me la fanno nemmeno rivedere, e Dio sa quanti errori ci verranno. Che ho da fare? Non lo posso impedire, perché qui è difficile lo spedirsi il privilegio per quelle opere picciole.

E vero che ci ho fatto certe aggiunte, ma picciole e poche. La stampa il Sig. Stasi. Basta. Quando uscirà, subito V. S. Illma la riceverà per mezzo del Sig. Agazzi. V. S. Illma ne lo prevenga.

E per lo smaltimento de' suoi libri, ci attenderò per quanto posso.

Mando in questa carta una postilla, o sia picciola giunta, che si averebbe da giungere alla Morale grande, dentro al secondo tomo. Ho notato tutto: la pagina ed il numero dove va. Viva Gesù e Maria!

Di V. S. Illma

ALFONSO DE' LIGUORI, della C. del SS. Redentore.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.