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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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74. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Parla della vendita dei libri, del favore con cui e accolta l'Istruzione e Pratica, e dell'opera per le monache, accennando in fine qual sorta tipografi fossero in Napoli a quei tempi.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

NOCERA, 16 [GENNAIO] DEL 1761.

 

Illmo Sig. Sig e Pne colmo.

Ho ricevuta la sua stimatissima colla spedizione dei libri, e le rendo somme grazie del regalo abbondante che mi ha fatto la sua gran cortesia.

Ho scritto già al Fratello, in Napoli, che accudisca alla dogana, per quando verranno i libri da Manfredonia.

Ho parlato ancora al P. Ferrari che attenda poi allo smaltimento.

Mi ha detto che farà tutta la diligenza, ma che bisogna aspettare le richieste; perché in verità qui non abbiamo altro modo che smaltirli in tempo degli esercizî. Mi dice ch'esso ultimamente già le ha scritto.

Io sto già unendo molte altre belle cose per la Pratica latina, ma aspetto la ristampa dell'ultima Pratica volgare che le mandai; perché così aggiungerò alla latina l'une e l'altre aggiunte in una delle copie stampate, e gliela manderò.

Di questa Pratica, se se ne stampassero centomila, pure si smaltirebbero.


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Subito ch'esce il secondo tomo delle Monache, glielo invierò: ma mi avvisi, quando ha ricevuto il primo; perché se mai si fosse perduto, glielo tornerò a mandare.

Al Sig. Agazzi io scrivo; ma esso poco mi responde se riceve o no i libri miei. Mi dispiace che del secondo tomo il Sig. Stasi ne ha stampati alcuni fogli, e poi ha lasciato per mancanza di danari. Oh stessimo più vicini, che mi poteste mandare a far le correzioni! Questi librari nostri son tutti pezzenti. Si tratta ora che hanno ristampate l'opere mie di cartaccia ordinaria, e le vendono per niente.

Quando scrive al P. Mansi, mi riverisca molto questo dotto Padre, e godo dell'Epitome1 aggiunto di Benedetto XIV.

Resto confermandomi

Di V. S. Illma

Umo e divmo servitore vero

ALFONSO DE' LIGUORI, della C. del SS. Redentore.

 

[P. S.] Mando questa carta dove sta scritta un'altra picciola aggiunta, ma importante, che si ha da mettere all'ultima Pratica volgare, stampata in Napoli, che le inviai.

La prego di farla collocare subito nel luogo che già, in questa carta, sta scritto distintamente.

E la prego insieme di non lasciare di far ristampare presto la suddetta Pratica, dove ci stanno bellissime cose aggiunte che non ci stanno a tutte le altre, stampate prima.

E torno a dire che, se di questa Opera se ne stampano milioni, milioni se ne smaltiscono. Qui ve ne sono continue richieste, e così credo che sia ancora per altre parti.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma,

 

 




1 Il celebre P. Giovanni Domenico Mansi, della Congregazione della Madre di Dio, fatto nel 1764 arcivescovo di Lucca, tra le altre dottissime opere, aveva scritta l'Epitome doctrinae moralis et canonicae ex operibus Benedicti XIV depromptae, che fu inserita in appendice alla quarta edizione della Morale de S. Alfonso; di che il Santo qui dice godersi.




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