85. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Lo prega di ritardare la stampa dell'Homo Apostolicus, se è ancora tempo; e mortificatissimo per non vedersi corrisposto nelle lettere, gliene chiede la ragione, temendo di qualche malinteso.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 18 [GENNAIO] DEL 1762.

Illmo Sig. Sig. Pne colmo.

Io dovrei scrivere a V. S. Illma molte cose, specialmente circa l'Istruzione latina che le ho inviata per la ristampa; ma non le scrivo, perché vedo che, dopo tante lettere mie, ella non mi risponde e non mi dà udienza, e neppure ho potuto sapere ancora se ha ricevuta da Roma la detta Istruzione e l'opera delle Monache, e non posso arrivare a sapere il perché.

Non le dico altro per ora e la prego che, se mai non ha ristampata ancora la detta Istruzione latina, trattenga di ristamparla, o mi avvisi fino a che termine è arrivata la ristampa;

perché debbo mandarle notate molte cose che, fatta miglior riflessione, si devono aggiustare.

E ciò importa non solo l'onor mio, ma anche l'utile vostro; acciocché quest'opera ultima, ch'è desiderata da molti, venga perfetta.

Almeno ella scriva al P. Ferrari o al Sig. Aurisicchio per qual ragione non mi scrive e non risponde: cosa che mi è stata di molta mortificazione. Finalmente penso che qualche cosa falsa l'è stata scritta di me verso la sua persona; ma se V. S. Illma la spiegasse, crederei che subito si sincererebbe.

Almeno (replico) la può scrivere al P. Ferrari, il quale desidera che V. S. Illma gli mandi più Apparecchi alla morte; perché stanno in fine.

Ed io, dichiarandole la mia servitù, mi confermo

Di V. S. Illma

Umo e divmo servitore vero

ALFONSO DE' LIGUORI, della C. del SS. Redentore.

Conforme all'edizione, fattane in febbraio del 1876 in Modena per le nozze di Malvezzi-Hercolani.