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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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89. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Manda altre due postille per l'opera suddetta, della quale si rallegra non essersi ancora intrapresa la stampa; dice del come, a suo tempo, regolare l'edizione delle opere spirituali riunite, e gli chiede notizie dell'accoglienza fatta da alcuni Cardinali all'opera La vera Sposa di Gesù Cristo.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 24 FEBBRAIO 1762.

 

Illmo Sig. Sig. mio e Pne colmo.

Mi son consolato in ricevere la sua terza per mezzo del

Sig. Aurisicchio.

Scrissi nell'altra mia che V. S. Illma potea ora cominciare a


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scrivermi a dirittura per Nocera; ma ora dico: è meglio che seguiti a scrivermi per mezzo dello stesso Sig. Aurisicchio, mentre vedo che così le lettere van più sicure.

Sempre più mi consolo che, per grazia di Dio, siasi trattenuta la ristampa dell'Istruzione latina. Se si fosse già ritrovata stampata, sarei restato con un gran rammarico; mentre tutte le aggiunte, che le ho mandate in tre volte, sono tutte cose di gran peso e necessarie, che, se si fosse trovato stampato il libro, almeno avrebbero dovute aggiungersi in fine di quello.

Io spero che con questa nuova ristampa questa Istruzione riesca un opera singolare; e spero di farla pigliare a molti seminari.

Mando queste due altre postille. Le faccia conservare insieme con l'altre. E buono sarebbe che le facesse collocare, da ora, ciascuna al suo luogo proprio, incollandole con un poco d'ostia Almeno le faccia conservare con cautela.

E di nuovo la prego di non metter mano alla ristampa, se prima non mi fa avvisato di aver ricevute già tutte le aggiunte che l'ho inviate in tre mie lettere; perché, se mai non l'avesse ricevute, io ritornerei a mandarcele; mentre le tengo già tutte copiate, e voglio che l'opera venga perfetta. Mi avvisi dunque quante lettere sinora ha ricevute con dentro queste mie aggiunte.

In quanto poi al corpo di tutte l'Opere spirituali, già sto inteso di non mandare l'Opera delle Monache e quella degli Esercizî a' preti.

Avvertirà non però a mettere tutti gli indici dei capi alla fine di ciascuna opera; acciocché possa mettervi, nell'indice che siegue a ciascuna opera, il numero della pagina di ciascun capo, e così possa fare stampare l'Opera consecutivamente; altrimenti, se si mettessero gli indici de' capi a principio, come stanno ora, non vi si potrebbero mettere i numeri delle pagine, dove cominciano i capi.

Tutte le altre opere che già tengo unite, non le spedisco ora, sì perché voglio aspettare tempi più placidi senza piogge,


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sì perché ora sto terminando un'operetta nuova della Verità della Fede,1 che manderò manoscritta. Sarà breve; ma, secondo mi pare, verrà una cosa bella e singolare.

signore, manderò anche le tre picciole Vite de' miei compagni, le quale pure ho da compire di terminarle. Basta, io non perdo tempo. Subito che l'avrò compite, le manderò per via del Sig. Agazzi.

Leggo, in fine della sua, ch'ella già ha ricevuto quanto io le ho spedito; ma la prego ad avvisarmi specialmente quante lettere mie sinora ha ricevute con dentro le aggiunte latine, per mia quiete.

Resto confermandomi

Di V. S. Illma

Umo e divmo servitore vero

ALFONSO DE' LIGUORI, della C. del SS. Redentore.

 

[P. S.] Per mia consolazione, mi avvisi se quelli Sigri Cardinali, i quali tanto desideravano l'Opera mia delle Monache, se l'han veduta, se l'han gradita, se cercano di farla prendere ai monasteri.

Soggiungo. In quanto al corpo dell'Opere spirituali, penso che, prima di terminare il trattatino della Fede e delle tre Vitarelle, come ho scritto di sovra, che vengono al terzo tomo, potrei mandare le operette che vanno al primo e secondo tomo; affinché V. S. Illma potesse subito cominciare la stampa, se ha intenzione di subito cominciare a ristamparle. Se poi non intende di metter presto mano alla ristampa, io aspetterò a mandarle tutte insieme, quando avrò in tutto compite le altre suddette operette che vanno all'ultimo.

Mi avvisi come resta servita, ché così faro.

Le invio qui anche questa carta del P. Ferrari, a cui già ho avvisato che verrà l'Opera delle Monache:

Il P. D. Girolamo Ferrari riverisce il Sig. D. Giambattista, e gli dice che


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sta aspettando i suoi comandi, e gli domanda se potesse mandargli altre cento copie della Morale in fol., ma farle lasciare in Manfredonia, acciocché si potessero legare in Foggia, e farle poi esitare in un'altro nostro collegio, ivi vicino, per tutti quei paesi della Puglia; poiché sarà più facile esitarle ivi che qui vicino Napoli, dove già v'è il comodo di Napoli. Ma se poi non fosse possibile lasciarle in Manfredonia, non servirà incomodarsi; perché qui già vi sono.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 Evidenza della Fede, ossia Verità della Fede, fatta evidente per i contrassegni della sua credibilità.




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