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S. Alfonso Maria de Liguori
Apparecchio alla Morte

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PUNTO I

Che cosa è la nostra1 vita? è simile ad un vapore, che ad un poco di vento sparisce, e non v'è più. Tutti sanno che han da morire; ma l'inganno di molti si è che si figurano la morte così lontana, come non avesse mai da venire. Ma no, ci avvisa Giobbe, che la vita dell'uomo è breve: «Homo brevi vivens tempore, quasi flos egreditur, et conteritur» (Iob. c. 14).2 Questo stesso comandò il Signore ad Isaia di predicare: «Clama (gli disse), omnis caro foenum... vere foenum est populus, exsiccatum est foenum, et cecidit flos» (Is. c. 40).3 La vita dell'uomo è come la vita d'una pianta di fieno: viene la morte, seccasi il fieno, ed ecco che finisce la vita, e cade il fiore d'ogni grandezza e d'ogni bene mondano.

«Dies mei velociores cursore» (Iob. c. 9).4 La morte ci corre all'incontro più presto d'un cursore, e noi in ogni momento corriamo alla morte. In ogni passo, in ogni respiro alla morte ci accostiamo. «Quod scribo (dice5 S. Girolamo6) de mea vita tollitur». Per questo tempo in cui scrivo, più m'accosto alla morte. «Omnes morimur, et quasi aquae dilabimur in terram, quae non revertuntur» (Reg. 14. 14).7 Vedi , come corre quel ruscello al mare, e quelle acque che scorrono, non ritornano più indietro; così, fratello mio, passano i tuoi giorni, e ti avvicini alla morte; passano i piaceri, passano gli spassi, passano le pompe, le lodi, le acclamazioni, e che resta? «Et solum mihi superest sepulcrum» (Iob. 17. 1). Sarem buttati in una fossa, ed ivi avremo da restare a marcire spogliati di tutto. In punto di morte la rimembranza


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di tutti i diletti goduti in vita, di tutti gli onori acquistati non ci serviranno che per8 accrescerci la pena e la sconfidenza di ottenere la salute eterna. Dunque (dirà allora il misero mondano) la mia casa, i miei giardini, quei mobili di buon gusto, quelle pitture, quelle vesti tra poco non saranno più miei? 9 «Et solum mihi superest sepulcrum».

Ah che allora niun bene di questa terra si guarda se non con pena da chi l'ha amato con attacco; e questa pena non gli servirà ad altro che a mettere in maggior pericolo la salute dell'anima; vedendosi colla sperienza che tali persone attaccate al mondo in morte non vogliono sentir parlare d'altro che della loro infermità, di medici che posson chiamarsi e di rimedi che posson giovare: e quando si discorre loro dell'anima, subito si tediano, e vi dicono che li10 lasciate riposare, perché loro duole il capo, e non possono sentir parlare. E se talvolta rispondono, si confondono, né sanno che dirsi. E spesso da' confessori si loro l'assoluzione, non perché si conoscono disposte, ma perché non vi è11 tempo d'aspettare. Così muoiono quei che poco pensano alla morte.

Affetti e preghiere

Ah mio Dio e Signore d'infinita maestà, mi vergogno di comparirvi avanti. Quante volte io vi ho disonorato, posponendo la vostra grazia ad un sordido piacere, ad uno sfogo di rabbia, ad un poco di terra, ad un capriccio, ad un fumo! Adoro e bacio, o mio Redentore, le vostre sante piaghe, ch'io per altro v'ho fatto12 co' miei peccati, ma da queste medesime io spero il perdono e la salute. Fatemi conoscere, o Gesù mio, il gran torto che vi ho fatto in lasciare Voi fonte d'ogni bene, per abbeverarmi d'acque putride e avvelenate. Che mi trovo di tante offese che vi ho fatte, se non pene, rimorsi di coscienza e meriti per l'inferno? «Pater, non sum dignus vocari filius tuus».13 Padre mio, non mi discacciate.

È vero che io14 non merito più la vostra grazia, che mi renda vostro figlio; ma Voi siete morto per perdonarmi. Voi avete detto: «Convertimini


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ad me, et convertar ad vos» (Zach. 1. 3). Io lascio tutte le mie soddisfazioni, rinunzio a tutt'i15 gusti, che mi può dare il mondo, e mi converto a voi.

Perdonatemi per lo sangue sparso per me, mentre io16 mi pento con tutto il cuore di tutti gli oltraggi che v'ho fatti. Mi pento e vi17 amo sopra ogni cosa. Io non son degno d'amarvi, ma voi siete degno d'essere amato. Accettatemi ad amarvi; non isdegnate che v'ami quel cuore, che un tempo v'ha disprezzato. Voi apposta18 non mi avete fatto morire, quando io stava in peccato, acciocché io vi amassi;19 sì che vi voglio amare nella vita che mi resta, e non voglio amare altro che Voi. Aiutatemi Voi, datemi la santa perseveranza e il20 vostro santo amore.

Maria rifugio mio, raccomandatemi a Gesu-Cristo.21




1 [5.] nostra) vostra VR BR1 BR2.



2 [10.] Iob, 14, 1-2.



3 [12.] Is., 40, 6-7.



4 [16.] Iob, 9, 25.



5 [19.] dice) dicea ND1 VR ND3 BR1 BR2.



6 [19.] HIER., Epist. ad Heliod., 60, n. 19; PL 22, 602: «Hoc ipsum quod dicto, quod scribitur, quod relego, quod emendo, de vita mea tollitur. Quot puncta notarii, tot eorum damna sunt temporum». Cfr. CSEL 54 (I), 574, n. 19: «Hoc ipsum, quod dicto, quod scribitur, quod relego, quod emendo, de vita mea trahitur. Quot puncta notarii, tot meorum damna sunt temporum».



7 [21.] II Reg., 14, 14.



8 [2.] per) da ND1; ad VR BR1 BR2.



9 [5.] miei) mie ND1 VR ND3 BR1 BR2.



10 [12.] li) gli VR BR1 BR2.



11 [15.] non vi è) non v'è VR BR1 BR2.



12 [22.] fatto) fatte ND1 VR ND3 BR1 BR2; da) per queste BR1 BR2.



13 [27.] Luc., 15, 21: «Pater, peccavi in caelum et coram te: iam non sum dignus vocari filius tuus».



14 [29.] che io) ch'io VR BR1 BR2.



15 [2.] tutt'i) tutti i ND1 VR ND3 BR1 BR2.



16 [4.] mentre io) mentr'io VR BR1 BR2.



17 [5.] vi amo) v'amo VR BR1 BR2.



18 [8.] apposta) a posta VR BR1 BR2.



19 [9.] vi amassi) v'amassi ND1 VR ND3 BR1 BR2.



20 [11.] e il) el ND1 ND3; e 'l VR BR1 BR2.



21 [12.] Gesu-Cristo) Gesù Cristo VR BR1 BR2 NS7.






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