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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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111. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Gli scrive di cose relative alla spedizione dei libri, e raccomandatogli nuovamente l'opera ultima, dice ancora dell'ordine e tempo per la ristampa della Teologia morale.

 

Viva Gesù e Maria!

[MESE DI OTTOBRE 1763].

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Io già sono passato nella mia diocesi, d'onde scrivo e ricevo due sue lettere.

Sento che non ha ancora ricevute le mie operette per compimento dell'Opera grande, insieme colla Verità della Fede, e colla Dissertazione della Probabile. E non mi maraviglio che sinora non l'abbia ricevute; perché, dopo averle mandate io da tanto tempo, intesi che 'I marinaro, che dovea portarli in Roma al Sig. Agazzi, l'avea ritornate in Napoli, perché non l'avea potuto portare. Onde si diede l'incombenza ad altri di portar la scatoletta, e sento che già questa è capitata in Roma al Sig. Agazzi.

E per questo fine a V. S. Illma io ho mandato il libretto per li Confessori de' villaggi (cioè la maggior parte de' fogli) per la posta, insieme colla mia lettera, pregandola a ristamparlo subito.

Spero che V. S. Illma, quando riceverà quest'altra mia, avrà già ricevuti i fogli del suddetto libretto. Onde di nuovo la prego, quanto posso, a farlo subito rivedere per farlo poi subito ristampare, avendo io tutto l'impegno che esca subito questo libro coll'approvazione di Venezia.

Fra giorni l'invierò il resto degli altri fogli, insieme col frontespizio e coll'introduzione manoscritta, e pensi anche d'inviarceli per la posta; perché in questi tempi è difficile aver la comodità d'inviarli a Roma per mare, o almeno vi bisogna molto tempo, ed io ho tutta la fretta d'aver questo libretto, per dispensarlo a' miei diocesani. E spero che questo libretto abbia da avere un grande spaccio per tutto.


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Mi dispiace la spesa che dovrà ella avere nel ricever questi fogli per via della posta; ma a questa spesa son pronto a soggiacere io: basta che m'avvisi quanto importa. Io spero di aver la consolazione di sentire che V. S. Illma ha già posto mano alla ristampa del libretto; dico meglio alla stampa, perché il libro non è uscito ancora fuori.

Non si scordi, come ho scritto già due volte, che senza meno lo faccia di carattere di caramone; altrimenti non lo gradirei. Desidererei lo stesso carattere della Morale grande, o simile a quello.

In quanto poi alla Morale grande, io già ho compite tutte le aggiunte; resta solo a copiare alcune aggiunte non ancora trascritte a quinterni, che ho da mandare.

La mia infermità è stata provvidenza di Dio per aggiustar meglio quest'Opera; giacché se non fossi andato a Nocera, difficilmente avrei potuto fare la fatica che ho fatta; perché stando nel vescovado, questa fatica non l'avrei compita neppure per due altri anni, mentre a Nocera ho tenuti più soggetti ad aiutarmi, e 'l Signore mi ha dato forza di faticare colà per otto o nove ore il giorno.

La prego a non togliere dal libro i Prolegomeni del P. Zaccaria, perché son dotti e sono stati piaciuti.

Onde V. S. Illma potrebbe già far seguire la stampa di tutto quello che sta prima di arrivare al trattato della Coscienza, ch'è il primo trattato della Morale. Dico sino al trattato della Coscienza; perché quel trattato sta tutto mutato, come appresso vedrà quando le manderò le aggiunte.

Mi rivoco di questo che ho scritto qui in fine, perché ho riflettuto che non può cominciarsi a stampare l'indice de' capi, se non dopo stampato almeno il primo tomo, perché altrimenti non si possono mettere le pagine, giacché nella ristampa verranno molti luoghi mutati. Onde attenderò a far copiare, quanto più presto, le aggiunte ed ad inviarcele per via di Roma.

Resto Devmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata


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[P. S.] Dopo scritta questa, vedendo che V. S. Illma mi fa tanta premura di mandarle presto le aggiunte, io già le mando tutte le aggiunte del I. tomo, che sono le più copiose; perché l'altre poi che vanno al II e III tomo sono molto più brevi.

Ho pensato così, acciocché V. S. Illma possa subito cominciare a far la ristampa; perché presto spero di mandarle poi l'altre aggiunte del II e III tomo; ma comeché ho trovati gli affari della diocesi ora molto accollati per causa della mia assenza, non so se potrò sbrigarli così presto come sarebbe il mio desiderio. Del resto, ella frattanto ha molto che stampare nel I tomo, il quale è molto più voluminoso degli altri due, e che nella seguente settimana l'invierò.

A queste aggiunte (parlo a quelle che vanno separate) vi ho posti distintamente tutt'i luoghi; notando le pagine, i numeri e le colonne ed i versi, colle chiamate e controchiamate.

La prego poi di scrivere anch'ella al Sig. Agazzi, che stia attento a mandarle subito le cose ch'io mando; perché temo che lo faccia di mala voglia: mentr'io gli scrivo, ed esso neppure mi risponde. V. S. Illma specialmente gli raccomandi questi scritti, che ora invio, delle aggiunte; perché, se si perdono, non so se avrò più tempo e capo di rifarle.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




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