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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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136. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Gratissimo delle cortesie ricevutene, gli dice che manderà presto i fogli per la stampa della sua Apologia, di cui accenna brevemente il valore.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 28 SETTEMBRE 1764.

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Nella settimana scorsa, ricevei già l'altra sua col restante de' fogli del Patuzzi, e di nuovo la ringrazio.

Credevo forse che in questo restante del libro vi erano gran cose del P. Patuzzi, ma non ci ho trovato niente, per dover


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aggiungere altra cosa alla Risposta che ho fatta, ossia all'Apologia della mia Dissertazione.

Maggiormente ringrazio V. S. Illma ora di quest'ultima cortesissima che mi scrive. Non occorre pensare di mandarmi in dono le copie, che mi bisogneranno, di questa mia Apologia, perché me ne bisognano più centinaia, e non voglio questo suo interesse. Bastano le tante cortesie che mi ha fatte.

Ho dovuto fare questa spesa soverchia di stampare in Napoli l'originale, ma mi è stato necessario farla; perché la stampa e li fogli l'ho dovuti aggiungere e mutare mille volte; mentre ho dovuto fare questa fatica nel tempo che ho fatta la Visita alla diocesi; onde ho dovuto lasciare e pigliare mille volte.

Ma ho cercato finalmente di farla perfetta e compita, altrimenti non lascierei di seguire a faticarvi; ma mi pare che non vi è altro da aggiungere o da meglio aggiustare.

L'ho fatta leggere e sentire a più dotti, ed è piaciuta sommamente. Questa Apologia mette in chiaro la mia sentenza assai più della Dissertazione fatta; perché da questa si vede la debolezza dell'opposizioni che le fa il P. Patuzzi.

Io forse nella settimana entrante, oppure nella seguente, avrò li fogli già tirati, e siccome l'avrò da settimana in settimana, l'invierò a V. S. Illma dentro una lettera, rifilati [tagliati i margini], com'ella mi ha mandati i fogli di Patuzzi. Ma quelli arrivano a 17 fogli in circa, ma li miei appena giungeranno a sei o sette fogli, o poco più. Avrei a caro poi che V. S. Illma li stampasse dello carattere del libro di Patuzzi; perché è un bel carattere, grandetto e chiaro. La carta, le raccomando che sia bianca. Già sa che la buona carta è quella che fa risplendere il buon carattere, e quello che si scrive.

Non altro; resto confermandomi

Di V. S. Illma

[Manca la firma del Santo.]

 

[P. S.] Del libro di Patuzzi ho saputo che due sole copie per ora ne sono venute in Napoli, una al Cardinale ed un'al


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tra al Signor conte Grossi, Torinese. La mia Apologia però farà che il libro di Patuzzi abbia più smaltimento, perché ognuno ora vorrà leggere l'uno e l'altro.

Giacché non è ancora cominciata a stamparsi la Morale, mando quest'aggiunta che va al primo tomo.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio in Roma.

 




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