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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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140. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Temendo la proibizione, nel Regno, della sua Apologia, ne lo previene, suggerendo il modo di ricapitargliene alcune copie sicuramente; e lamenta la sua triste condizione di non poter difendere colle ragioni ciò che da altri, a forza di sole ingiurie, si impugna.

 

Viva Gesù e Maria!

SANT'AGATA, 30 NOVEMBRE 1764.

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Spero che a quest'ora già V. S. Illma avrà ricevuti gli ultimi fogli della Risposta. Ma voglio avvisarle preventivamente che i RR. PP. Domenicani fanno tutto l'impegno qui, col regio, per non far uscire la mia Risposta, e pensano (come sospetto) di far proibire ch'ella s'intrometta nel Regno, quando verrà stampata da Venezia. Onde bisogna andar con cautela.


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V. S. Illma non mandi più a principio che 200 copie; perché appresso possono sempre venire l'altre.

In oltre, quando sarà l'imbarco delle stampe, bisognerà che V. S. Illma faccia raccomandare al padrone della barca, oppure al Sig. D. Matteo Ernandez di Manfredonia, che la balletta posta a parte di dette 200 copie, arrivando a Manfredonia, non la mandino alla dogana di Napoli, ma la consegnino al parroco del castello di Manfredonia, D. Scipione Sabatelli, mio conoscente: perché di me le farò capitare, senza toccare la dogana di Napoli.

Pensavo di far mettere i fogli di detta mia Risposta dentro i fogli di qualche altra opera vostra, che V. S. Illma avesse da mandare in Napoli. Ma certamente è più sicuro il pensiero di far consegnare la balletta al detto prete Sabatelli, ch'io già prevengo a far la ricevuta, quando riceverà la balletta.

Che si ha fare? Siamo ridotti a questi tempi così miserabili che neppure uno può difendersi. Il P. Patuzzi ha potuto scrivermi contra, con tante ingiurie colle quale mi ha caricato, ed io non posso neppur difendere le mie ragioni!

Ho voluto prevenire V. S. Illma di ciò; affinché stia intesa di quello che ci è.

Non altro; resto

Di V. S. Illma Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.




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