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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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144. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Lo ringrazia del buon servizio fattogli nella stampa dell'Apologia e raccomanda che vi sia fatta ad ogni modo una piccolissima correzione, spera pure di ottenere per quella la regia approvazione, e parlatogli della vendita d'alcuni libri, chiede i supplementi di un'opera.

 

Viva Gesù, e Maria!

SANT'AGATA, 31 [GENNAIO] del 1765.

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Ringrazio il Signore, e ringrazio ancora l'accortezza di V. S. Illma in non aver fatta sospendere la mia Apologia da questi miei Signori contrari, che non sanno più che fare per impedire che questa mia operetta non esca fuori.

Sento dunque con piacere che già n'è terminata la stampa; ma molto mi dispiace che V. S. Illma non ha ricevuta prima un'altra mia lettera, dove io la pregava ad accomodare nella stampa un errore molto notabile, che casualmente io vi lessi dopo averle mandato il mio originale.

L'errore sta al § IV verso la fine, al titolo della lettera che mi scrisse l'Em.mo Sig. Cardinale Galli, Penitenziere. Sta ivi stampato: Illustriss. e Reverendiss. Sign. Sign. e Padr. colmo; quandoché dovea stare solamente: Illustriss. e Reverendiss. Signore, e niente più; perché questo è il solo titolo che i Cardinali dànno a' vescovi. Onde necessariamente io pregava V. S. Illma, se mai si era stampato il titolo nella prima forma, a far mutare questo cartesino; perché era un grande inconveniente


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far comparire, specialmente in Roma, quel titolo così avanzato; poiché il Card. Galli avrebbe potuto aggravarsene, per vedersi trattato da ignorante, nell'aver dato a me questo titolo che non mi competeva.

Onde di nuovo la prego, quanto posso, di far mutare questo cartesino prima di mandar fuori l'Apologia.

Sto inteso già che a Manfredonia il Sig. D. Matteo Ernandez avrà il pensiero di consegnare le 200 copie al parroco del castello, D. Scipione Sabatelli; ed io ancora ne scriverò al detto Sig. D. Matteo.

L'opere di S. Tommaso col Ferraris non si sono ricevute ancora, né finora ho avuta notizia che sieno giunte a Manfredonia: forse la barca si è trattenuta per tanti mali tempi che sono occorsi.

Procurerò lo smaltimento degli altri Confessori di campagna. E per l'homo Apostolicus, aspetto che i seminaristi comincino il nuovo corso dello studio della Morale; perché i primi si erano provveduti dell'Istruzione volgare.

Aspetto poi con ansia che sieno sbrigate quelle cose di premura; acciocché si dia principio alla ristampa della Morale.

Io sto procurando tuttavia l'approvazione regia per l'Apologia, perché ottenuta questa, V. S. Illma potrà mandare liberamente le copie in Napoli; e spero presto d'averne il risultato.

Mi confermo

Di V. S. Illma

Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

 

[P. 5.] La pregai, e di nuovo la prego, a mandarmi due altri supplementi della Biblioteca del F. Ferraris, simili al già mandato.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




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